Negozi in centro: Perugia, emorragia senza fine

Dal 2008 al 2017, il centro storico di Perugia ha perso negozi per il 24,13% contro l’11,9% relativo alla media dei 120 centri storici analizzati dallo studio di Confcommercio. Escluse le tre metropoli Roma, Napoli e Milano. Nel centro storico di Terni il saldo è invece di -8,68%.

Se usciamo dal centro storico, Perugia perde solo lo 0,46%, Terni molto di più, -10,37%, vale a dire che le imprese solo scese da 964 a 864. Tornando nel centro di Perugia, alberghi, bar e ristoranti sono diminuiti del 7,35%. Situazione inversa fuori le mura: +20,11%. In questo caso, Terni mostra il segno più sia nel centro storico che fuori: +7,23% e +9,35%.

Il vero crollo, sia nel centro di Perugia sia in quello di Terni – rispettivamente -20,80% e -23,14% – così come in periferia (-10,5% e -17,32%), è per gli esercizi specializzati: quelli che vendono capi di abbigliamento, calzature, articoli in pelle, prodotti farmaceutici e medicali, orologi, souvenir, materiali per la pulizia e fiori.

Non va bene neanche per i negozi al dettaglio di articoli per la casa, tessili, ferramenta, tappeti, forniture elettriche e mobili: a Perugia il calo è stato del 52,4%, a Terni del 10,16%. Gli impianti di carburante nel centro di Perugia sono praticamente introvabili ormai: da 9 sono diventati 3. A Terni erano 13 nel 2008, ora sono 9. I tabacchi vanno riducendosi grandemente: da 31 a 24 a Perugia (-21,8%), -2,2% a Terni. Perugia vede decrescere pure i negozi di alimentari e bevande (-16,58%), mentre Terni segna un aumento del 20,48%.

Perugia mostra due facce dunque per i pubblici esercizi: una per il centro storico e una per le periferie. In centro, il saldo è negativo per il 7,52%, il periferia siamo al +21,62%. A Terni il ‘+’ è sia in centro sia in periferia: 12,53% e 9,82%.

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