Cgil di Perugia, è allarme: senza lavoro, alto rischio di spopolamento

Allarme forte e chiaro dalla Cgil di Perugia: “Senza lavoro, cresce il rischio di spopolamento”. È arrivato durante il direttivo provinciale della Camera del Lavoro perugino, svoltosi il 2 febbraio, e che ha affrontato le tante vertenze in corso: dalla Perugina alla Novelli, dalla Nardi alla Tagina, dalla Maran alla ex Merloni; e le situazioni di incertezza, come quella della Sogesi dopo la perdita di appalti importanti nella sanità umbra.

Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia, dice: “Il nostro territorio rischia di affrontare questa fase di grandi cambiamenti nel mondo della produzione e di fortissima innovazione tecnologica, da una posizione di ritardo e di debolezza. Di questo abbiamo parlato nei giorni scorsi a Milano, durante la Conferenza di Organizzazione nazionale, evidenziando che il cambiamento, la rivoluzione 4.0, va governata e non subita passivamente”.

Poi continua: “ Per farlo, una regione come l’Umbria ha bisogno di mettere sul piatto le sue potenzialità e le sue qualità, che le vengono dalle ricchezze ambientali, dal know how dei suoi lavoratori e da una forte tradizione di welfare e giustizia sociale. Anche quest’ultimo, infatti, è un fattore attrattivo, lo è persino per le multinazionali, che scelgono anche in base a queste caratteristiche dove insediarsi”.

Chiude Ciavaglia: “Tuttavia, negli ultimi anni, questo patrimonio sociale, forte del nostro territorio, sta venendo meno, sotto i colpi della disoccupazione, dell’impoverimento e della crescita delle diseguaglianze, anche territoriali. Ecco perché come Cgil, nonostante le difficoltà e i tagli di questi anni, abbiamo scelto da tempo di puntare sul radicamento territoriale e sulla vicinanza alle persone in carne e ossa, per provare a contrastare questi fenomeni”.

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