E’ tempo di rinascita: ecco le ricette della ConfCommercio.

L’industria dell’allevamento, l’artigianato e soprattutto il commercio sono stati i settori che il terremoto ha messo in ginocchio in Umbria.
Ecco, allora che il presidente di Confcommercio regionale Giorgio Mencaroni, è stato ricevuto a Palazzo Donnini dalla presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Catiuscia Marini, perché potesse esprimere i disagi della categoria e presentare alcune delle direttive che i Commercianti ritengono ci si debba avviare per la ripresa economica, per evitare che l’affanno dei commercianti diventi cronico e dia inizio ad uno spopolamento irreversibile.
Cinque sono per Mencaroni le emergenze da affrontare a cominciare dalla trasformazione in “contributi a fondo perduto”, nella zona del cratere, tutto quello che viene messo sotto la voce di dilazionamento di imposte, tasse, tributi perché non è pensabile che poi il conto venga comunque presentato ad aziende commerciali stremate.
E’ ritenuto indispensabile “Comunicare l’Umbria”, perché la regione, pian piano sta rinascendo, ci vorranno degli anni, ma già ora è più sicura. Ed anche accogliente. Si devono cancellare le immagini di terrore e disperazione per sostituirle, nei media di ogni forma, con altre davvero invitanti. Ne va della continuità del commercio regionale.
Un contributo all’occupazione viene ritenuto improcrastinabile perché devono essere aiutate le imprese che mantengono l’apertura e l’occupazione. Da lì, e solo da lì, passa, secondo la ConfCommercio, la ripresa anche umana di gran parte della regione.
Infine, il sostegno col credito alle imprese: le banche, ma non solo loro, devono essere stimolate ad aiutare i progetti veri, quelli che presentano possibilità di riuscita, anche quelli più ambiziosi. Le banche sono state, ma sempre saranno, i cardini della rinascita, passando per l’occupazione.

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