Attività commerciali: Umbria a rischio spopolamento

Il terremoto, ma non solo: l’Umbria si scopre a rischio spopolamento commerciale. Il grido d’allarme è di Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria, dopo la presentazione del rapporto ‘Demografia d’impresa nei centri storici italiani’ dell’Ufficio Studi di Confcommercio.

“Non siamo di fronte a un problema dei commercianti che abbassano le serrande, ma di tutti, perché la progressiva rarefazione commerciale riduce la qualità della vita dei residenti e l’appeal turistico delle città. Senza i negozi, nelle città c’è meno socialità e più criminalità”.

Nell’indagine sono stati analizzati gli anni che vanno dal 2008 al 2016: i negozi in sede fissa sono scesi del 13,2 per cento nelle città italiane. Il calo si è fatto sentire di più nei centri storici (-14,9 per cento) rispetto alle periferie (-12,4%). A chiudere le saracinesche sono in particolare librerie e negozi di giocattoli e abbigliamento. In controtendenza solo farmacie e negozi di telefonia e Ict domestico. Sono stati considerati 40 Comuni italiani di dimensioni medie capoluoghi di provincia, in cui risiede l’11,6 per cento della popolazione italiana, e tredici categorie distributive.

Mencaroni aggiunge: “Occorrono misure che favoriscano il ripopolamento commerciale delle città, attraverso un’efficace politica di agevolazioni fiscali, ancora più necessaria in Umbria, dove l’effetto diretto e indiretto del terremoto sta provocando danni devastanti a tutte le attività produttive”.

L’Umbria, dunque. Con Perugia analizzata nell’indagine dal 2008 al 2016. Il capoluogo umbro ha perso il 23,4 per cento delle attività commerciali nel centro storico, il 4,8 per cento nelle altre zone. Confcommercio sottolinea come le numerose iniziative messe in piedi a sostegno del settore abbiano reso meno pesanti le perdite. Nell’ultimo anno e mezzo, proprio queste iniziative di rilancio hanno fatto sì che aprissero 80 nuove attività commerciali nel centro storico.

Sergio Mercuri, presidente del Mandamento Confcommercio di Perugia e comprensorio, spiega: “Il lavoro che abbiamo realizzato con l’aiuto di tanti imprenditori e dell’amministrazione comunale ha portato frutti. Ora questi risultati rischiano di venire vanificati dal sisma. In una situazione di tale gravità, servono misure straordinarie di sostegno alle imprese che non si vogliono arrendere”.

Confcommercio propone alle associazioni dei proprietari immobiliari di iniziare un confronto per rivedere le formule dei contratti, rendendo più accessibili i canoni commerciali.

Exit mobile version