Strategia emergenziale per gestire gli ungulati e salvaguardare le colture agricole della Toscana

Cinghiali

In un incontro tenutosi il 12 gennaio presso l’Auditorium Spadolini di Palazzo del Pegaso a Firenze, Coldiretti Toscana e AB Agrivenatoria Biodiversitalia hanno presentato tre proposte innovative per affrontare l’emergenza ungulati e rivedere la legge 3 sulla protezione della fauna selvatica. Ecco di seguito le sfide attuali, le proposte avanzate e il futuro delle relazioni tra agricoltori e cacciatori nell’ambiente agricolo toscano.

La situazione attuale: ungulati fuori controllo

La presidente regionale di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani, ha evidenziato l’emergenza ungulati come una delle principali minacce per l’agricoltura toscana. L’eccessivo numero di ungulati, tra cui cinghiali, caprioli, daini e piccioni, sta causando danni significativi alle coltivazioni, mettendo a rischio la sostenibilità economica delle aziende agricole. La proliferazione di ungulati ha portato alla necessità di recintare estese aree agricole per proteggerle, cambiando il panorama delle campagne.

Le proposte innovative: affrontare l’emergenza

  1. Revisione della legge 3: La revisione della legge 3 sulla protezione della fauna selvatica viene vista come un’opportunità per introdurre interventi straordinari di controllo, anche in aree protette e urbane, quando la caccia è chiusa. Questo consentirebbe una gestione più flessibile della fauna selvatica.
  2. Ridefinizione dei confini delle aree coltivate: È essenziale identificare le aree coltivate e garantire che gli ungulati non le invadano. Coldiretti Toscana propone di designare le aree coltivate come zone non adatte alla presenza degli ungulati, basandosi su dati disponibili nella banca dati di Artea.
  3. Risarcimenti anziché indennizzi: La terza proposta riguarda i danni causati agli agricoltori. Spesso, le denunce sono scarse a causa di indennizzi inadeguati, burocrazia e ritardi nei pagamenti. Coldiretti Toscana suggerisce di passare da un sistema di indennizzi a un sistema di rimborso più efficace.

Un nuovo approccio per il futuro

Niccolò Sacchetti, presidente di AB Agrivenatoria Biodiversitalia, sottolinea l’importanza di una collaborazione tra agricoltori e cacciatori. Questi due mondi, tradizionalmente in conflitto, devono lavorare insieme per promuovere la sostenibilità e la diversità ambientale. La gestione della fauna selvatica deve essere strettamente legata alla tutela del territorio e alla raccolta dei prodotti naturali.

Stefano Masini, responsabile Area Ambiente Coldiretti nazionale, sottolinea la necessità di cambiare la cultura attorno alla normativa vigente. L’agricoltura sostenibile è fondamentale per la salute dell’ambiente e dell’economia locale.

I danneggiamenti alle colture

Attualmente, gli ungulati causano danni per oltre 20 milioni di euro alle coltivazioni in tutta la regione. I cinghiali rappresentano l’80% dei danni totali, seguiti da caprioli e daini. Questi danni colpiscono una vasta gamma di coltivazioni, tra cui uva, mais, cereali, favino, erbe mediche, lenticchie, legumi, farro, castagne, ortaggi e girasole.

In conclusione, l’emergenza ungulati rappresenta una sfida significativa per l’agricoltura toscana. Le proposte innovative presentate da Coldiretti Toscana e AB Agrivenatoria Biodiversitalia offrono un nuovo approccio per affrontare questa situazione, promuovendo una gestione più equilibrata della fauna selvatica e una collaborazione più stretta tra agricoltori e cacciatori. Il futuro dell’agricoltura toscana dipenderà dalla capacità di adottare soluzioni efficaci per preservare il territorio e le colture agricole.

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