Meno produzione, ma uva di buona qualità. Non è stata un’annata facile, per i vigneti del Bellunese, a causa delle piogge persistenti e delle grandinate che hanno causato malattie fungine e perdite. Ma l’uva raccolta è buona e si prevede un vino con una resa alcolica soddisfacente.
Un primo bilancio, a pochi giorni dalla fine della vendemmia, viene tracciato da Enzo Guarnieri, vicepresidente di Confagricoltura Belluno e presidente provinciale dei viticoltori dell’associazione agricola. “Abbiamo affrontato piovosità continue e consistenti, che ci hanno costretti a mettere in atto una difesa impegnativa e costante – spiega – Nella prima parte della stagione abbiamo dovuto affrontare malattie come la peronospera, mentre nella seconda abbiamo subito grandinate a macchia di leopardo, che hanno comportato anche perdite di produzione pesanti nelle zone colpite: dal 30 al 50%. La quantità, in generale, ha sofferto. Tuttavia, anche se quella 2023 non sarà la vendemmia più produttiva degli ultimi anni, possiamo senz’altro affermare che la qualità del raccolto non è stata intaccata e che la resa alcolica sarà molto buona. È auspicabile, dato che ogni anno la grandine arriva e fa male, che venga favorita l’adozione di reti antigrandine, mediante contributi ai viticoltori. È importante, inoltre, continuare a battere il tasto della ricerca, che da sempre come Confagricoltura sosteniamo, con investimenti su varietà resistenti”.
Marco De Bacco, viticoltore di Confagricoltura e presidente del Consorzio Coste del Feltrino, definisce l’annata difficile: “Piovosità a parte, ci sono stati danni importanti causati dalla grandinata di luglio, soprattutto a Fonzaso, con una perdita che, nel caso della mia azienda vitivinicola, è stata del 30 per cento. Meno vino ma qualità molto alta, ad esempio con i vini rossi, che hanno riportato gradazioni molto buone. Nel complesso hanno sofferto meno le zone della viticoltura storica, sulle rive del Monte Aurin, grazie alle varietà autoctone come Bianchetta, Pavana, Gata e Turca e alle pendenze che aiutano i vigneti ad asciugarsi più velocemente, limitando le malattie fungine. Le zone pianeggianti del Feltrino, come la Valbelluna, hanno invece patito maggiormente le condizioni meteo avverse. Questo deve portarci a riflettere in merito al futuro della viticoltura bellunese, che dovrebbe a mio parere mantenere i vigneti nelle zone storicamente vocate, puntando su varietà più resistenti come il Solaris e il Souvigner Gris, anziché su quelle internazionali, in pianura”.