La recente tragedia di Brandizzo sconvolge il mondo del lavoro, ma consente al contempo di operare una riflessione sulla filiera delle responsabilità. E’ il presidente di Confcooperative Umbria, Carlo Di Somma, a intervenire sul dibattito: “Ribadiamo da sempre che sulla sicurezza dei lavoratori non ci si possa e non ci si debba scherzare, ma non possiamo non fare dei distinguo: cattivi capitolati e gare al massimo ribasso generano inevitabilmente cattive commesse e di conseguenza cattivo lavoro. Una commessa aggiudicata a prezzi stracciati non giustifica comportamenti dolosi e colposi penalmente rilevanti dei datori di lavoro che non rispettano le normative sulla sicurezza, ma a mio avviso getta una chiara ombra sulla corresponsabilità della stazione appaltante che assume un carattere doppiamente grave quando la commessa è di natura pubblica”.
“Confcooperative Umbria non si esime dal segnalare all’Anac e ai Prefetti i capitolati di gara pubblici o Mepa che partono già da basi d’asta non rispettose dei minimi tabellari dei contratti nazionali di categoria” gli fa eco il direttore regionale di Confcooperative, Lorenzo Mariani: “Anche nell’ambito dell’Osservatorio sulla Cooperazione presso la Direzione regionale del Lavoro ribadiamo questo concetto e chiediamo che gli ispettori controllino a campione le imprese aggiudicatarie di appalti a prezzi chiaramente fuori mercato, trattandosi quasi sempre di imprese o cooperative provenienti da fuori regione e in genere non aderenti alle principali Associazioni Cooperative”.
“Comprendiamo quanto possa essere una provocazione – concludono Di Somma e Mariani – ma una sentenza della magistratura che arrivasse a riconoscere questa corresponsabilità, anche eventuale, alle stazioni appaltanti che hanno aggiudicato appalti a prezzi fuori mercato e non hanno successivamente vigilato sulla sicurezza degli aggiudicatari, sarebbe non solo auspicabile ma forse contribuirebbe a mettere ordine al sistema degli appalti, dando riconoscimento all’azione che da sempre Confcooperative conduce unitamente alle Organizzazioni sindacali e alle altre Centrali Cooperative sullo stop al massimo ribasso e ai subappalti selvaggi. Non ultimo, valido deterrente potrebbe essere lo strumento della revisione obbligatoria svolta biennalmente dal Ministero e/o dalle Centrali Cooperative sulle imprese cooperative: obbligare la presentazione del verbale di revisione in sede di partecipazione alle gare d’appalto porterebbe già ad escludere in partenza potenziali cooperative pirata che si sottraggono preventivamente e scientificamente ai controlli di legge”.