E’ un quadro che rimane particolarmente difficile, con la certezza di avere una prospettiva ancora dura, quello tracciato da Confagricoltura Umbria che fa il punto a metà della campagna agraria.
“Guardando ai dati riferiti alla generalità dell’agricoltura umbra – afferma l’associazione degli agricoltori umbri – vediamo che al pari di quanto accade nel resto d’Italia, l’impennata dei costi di produzione che ha assunto proporzioni insostenibili nel 2022 non sta tornando al punto di partenza e questo penalizza molto le capacità operative delle imprese che nel frattempo fanno i conti con un sistema del credito che è divenuto meno accessibile e più costoso e lo sarà ancora a lungo”.
Nel frattempo, con velocità variabili, i prezzi dei prodotti agricoli sono crollati e stanno calando con velocità certamente superiori a quelle dei costi di produzione.
A questo dato si aggiunge la contrazione della domanda che raffredda ulteriormente i prezzi e le possibilità di collocazione di materie prime agricole aggravando la situazione. In questo contesto, che vede alcune aree nazionali falcidiate da una primavera ed un’estate pesantissime sul piano meteorologico, anche in Umbria solo poche produzioni hanno condizioni di mercato sufficientemente buone.
Confagricoltura Umbria prova quindi a proporre azioni concrete che guardino a curare le ferite, cercando di prevenire in parte future criticità e lavorare per dare forza al mercato.
“Oggi – prosegue l’associazione – salvo che appaiano all’orizzonte strumenti nazionali, dei quali si discute ma con poche possibilità di arrivare a soluzioni efficaci, le imprese devono essere messe in sicurezza sul piano finanziario: la prospettiva di costi stabili e crescenti, la prospettiva di minori ricavi, la contrazione del credito, la mancanza dello strumento dell’acconto sui pagamenti diretti della PAC e la generalizzata riduzione degli stessi, specie per le aziende medie e grandi, rendono necessari strumenti che facilitino la disponibilità di liquidità per i prossimi 18 mesi”. In merito a questo, e su proposta di Confagricoltura Umbria, la Regione si sta relazionando con GEPAFIN e con il sistema del credito.
Sul tema della prevenzione l’obiettivo è sviluppare un sistema che anche in Umbria possa guidare interventi di contrasto fitopatologico di precisione migliorando e rendendo universali esperienze già attive: “Questo può consentire, dati alla mano, di salvaguardare gran parte della produzione, ed ovviamente è necessario sostenere gli investimenti che riducono o annullano danni da calamità, la ricerca e l’innovazione sino ad ottenere varietà genetiche più performanti, più resistenti, rendere attivi strumenti di precisione nelle lavorazioni, nella gestione delle malattie e nell’uso dell’acqua”.
Ricerca, innovazione, tecnologia, ampia diffusione nel mondo delle imprese professionali: sono queste le parole d’ordine di Confagricoltura.
Guardando al mercato, infine, la via maestra è lo sviluppo di accordi di filiera che possono “dare un valore alle produzioni” e “remunerare adeguatamente tutti gli attori presenti” e, per le produzioni eccellenti, sviluppare e promuovere percorsi commerciali ed esportazione.