Psa in Calabria, “zona infetta” in 26 Comuni: i divieti

cinghiali

Peste suina africana (Psa), la Regione Calabria ha istituito la “zona infetta” in 26 Comuni della provincia di Reggio Calabria. Il provvedimento è stato assunto dal governatore Occhiuto in qualità di commissario della Sanità regionale a seguito della conferma di Psa nelle carcasse di cinghiale rinvenute nei comuni di Cardeto, Reggio Calabria/S. Domenica, Covala/Bagnara Calabra e Reggio Calabria/Embrisi.

I 26 Comuni interessati

Questi i 26 Comuni della “zona infetta”: San Procopio, Fiumara, San Roberto, Laganadi, Palmi, Bagnara Calabra, Delianuova, Sinopoli, Santo Stefano in Aspromonte, Sant’Alessio in Aspromonte, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Scilla, Seminara, Melicucco, Cosoleto, Calanna, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Montebello Jonico, Condofuri, Bagaladi, Cardeto, Melito di Porto Salvo, Motta San Giovanni, San Lorenzo e Roghudi.

“La zona infetta è disposta – si legge nell’ordinanza – al fine di prevenire l’ulteriore diffusione della malattia, e in considerazione dell’accentuata vicinanza tra i vari casi, con conseguente sovrapposizione dei territori”.

I divieti

In questi Comuni è stata disposta una specifica segnaletica, sulla quale è indicata la presenza di peste suina africana nei cinghiali. Previsto il divieto di alimentazione, avvicinamento e disturbo ai cinghiali, l’obbligo di segnalazione di eventuali carcasse di cinghiali o cinghiali moribondi, il divieto di qualsiasi attività venatoria, di movimentazione al di fuori della zona infetta di suini selvatici se non finalizzata all’abbattimento, il divieto di movimentazione al di fuori della zona infetta di carne, prodotti a base di carne, trofei ed ogni altro prodotto ottenuto da suini selvatici abbattuti in zona infetta. Disposto anche il divieto di utilizzo di fieno e paglia.

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