Legge di bilancio: taglio del cuneo fiscale, ecco cosa cambia

Il Consiglio dei ministri ha licenziato la nuova Legge di bilancio, all’interno della quale c’è anche il taglio del cuneo fiscale fino al 3 per cento per i lavoratori dipendenti con redditi bassi. Il costo è di 4.185 miliardi. È previsto l’esonero contributivo del 2 per cento per i redditi fino ai 35 mila euro e del 3 per cento per i redditi fino a 20 mila euro. La riduzione del cuneo, come ha precisato il Mef, è tutto a favore dei lavoratori.

“L’orizzonte della legislatura è un taglio del 5 per cento almeno: due terzi al lavoratore e un terzo all’azienda, che deve anche anch’essa un beneficio” ha sottolineato Giorgia Meloni.

Ricordiamo che il taglio del cuneo fiscale è la differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e ciò che effettivamente finisce in busta paga. Cosa cambia ora? Per redditi fino ai 35 mila euro lordi, nulla perché la riduzione del 2 per cento era stata già adottata dal Governo Draghi. Cambia per i redditi fino a 20 mila euro, con il taglio del 3 per cento.

La fondazione dei commercialisti ha fatto una simulazione per l’Ansa: per i redditi tra i 15 e i 30 mila euro, il vantaggio netto, per 13 mensilità, varia dai 24 ai 45 euro netti al mese. Il beneficio lordo, sempre le stesse fasce reddituali e sempre a livello mensile, sarebbe tra i 34 e i 69 euro. Diventano dunque più pesanti le entrate dei subordinati, con una proroga della riduzione di 2 punti percentuali per il 2023 e un ulteriore incremento di un punti, per un totale di 3, che porta l’aliquota a carico del lavoratore al 6,19 per cento. Il taglio del cuneo fiscale varato dal Governo mira a far aumentare i consumi.

Tra le riduzioni dell’esecutivo Draghi nella Legge di bilancio 2022 e il decreto Aiuti Bis, l’aliquota contributiva a carico del lavoratore è stata tagliata dal 9,19 al 7,19 per cento. Questa riduzione resterà in vigore fino al 31 dicembre 2022 e si applica ai lavoratori dipendenti con una retribuzione lorda mensile pari a massimo 2.692 euro per tredici mensilità, equivalente a un reddito lordo annuo di 35 mila euro. Dal 2023 entrano in vigore le novità del Governo Meloni.

Secondi i dati dell’Ocse, nel report ‘Taxing wages 2022’, riferito al 2021, il cuneo fiscale pesa sui lavoratori italiani più che su quelli di molti altri Paesi. Mediamente, l’incidenza di oneri e tasse su imprese e lavoratori nei 36 Paesi è del 34,6 per cento: si va dal 7 per cento del Cile a più del 52,6 per cento per il Belgio. L’Italia è al quinto posto: un lavoratori standard single e senza figli e carico è sottoposto a un cuneo fiscale del 46,5 per cento (15,3 per cento imposte personali sul reddito, 31,2 per cento contributi previdenziali che ricadono parzialmente sul lavoratore, per il 7,2 per cento, e in parte sul datore di lavoro, per il 24 per cento.

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