Kiwi: in Romagna bene il giallo, calo per il verde

Mele e kiwi a Dubai

Il kiwi continua a essere prodotto importante nell’economia italiana. Il nostro Paese è il principale produttore a livello europeo. Dopo che nel 2021 l’offerta è stata limitata, nel 2022 siamo tornati a livelli più regolari, ma inferiori al potenziale. Il Cso stima 365 mila tonnellate circa, di cui 257 mila tonnellate a polpa verde e 106 mila tonnellate a polpa gialla. Marginali i livelli del rosso.

Italia e Grecia da anni si contendono il primato nella produzione del kiwi verde, così come entrambi i Paesi hanno una forte propensione all’export. L’Italia esporta il 70 per cento dell’offerta interna, la Grecia la quasi totalità, ossia 197 mila tonnellate nell’ultima campagna. In Spagna siamo a una produzione commercializzabile, nel 2022, di 26.500 tonnellate, in calo rispetto all’anno prima, a causa del caldo e della siccità. Le superfici sono in progressiva espansione. La Spagna è il principale importatore di prodotto in Europa.

Nel Vecchio Continente, considerando pure il Portogallo e la Francia, il Cso stima una produzione di kiwi di 800 mila tonnellate, risultato simile a qualche anno fa, ma lontano dalla piena potenzialità.

In Romagna sarà un’annata ordinaria, ma sotto il potenziale. Per il kiwi verde, avremo un calo di produzione del 10 per cento (mancanza di superfici e senescenza degli impianti). Per il giallo, le previsioni sono invece positive, con volumi in crescita grazie all’entrata in produzione di nuovi impianti.

All’edizione 2022 dell’International Kiwifruit Organization (IKO) sono stati messi in evidenza alcuni aspetti trasversali alle aree produttive europee: le conseguenze sempre più importanti del cambiamento climatico sulla coltivazione, la carenza di forza lavoro, la difficoltà di approvvigionamento, l’incremento del costo delle materie prime, gli aumentati costi della logistica, di quelli portuali e doganali, i rincari energetici, l’incertezza economica e la crescente inflazione.

La Regione Emilia Romagna ha fatto sapere intanto che verranno immesse risorse aggiuntive di 5,7 milioni di euro per il comparto agricolo. Andranno a sostenere la ricerca per contrastare le fitopatie e gli effetti del cambiamento climatico, la progettazione di infrastrutture irrigue, la riduzione del costo del gasolio per le barche da pesca. Per i piani di controllo di cinghiali, nutrie e animali fossori, di questi 5,7 milioni, arriveranno 1,1 milioni. Per la progettazione delle bonifiche siamo a 300 mila euro. Per prevenire la peste suina arriva un milione di euro.

“Un importante sostegno al reddito delle imprese – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi – prestando attenzione alla ricerca e alla progettazione di interventi irrigui e agli altri comparti coinvolti”.

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