Il Veneto si interroga sul futuro dei cereali

grano

Il Veneto, che detiene la leadership nazionale nella produzione di mais e di soia ed è seconda per coltivazione di grano tenero, si interroga sul futuro del settore dei cereali, dopo il crollo dei prezzi dovuto all’eccezionale aumento delle importazioni da Paesi terzi, in conseguenza delle incertezze geopolitiche legate al conflitto in Ucraina.

L’occasione per parlarne è data dal convegno “Mercati e filiere dei cereali e della soia”, che si svolgerà lunedì 29 aprile alle 10 all’Hotel Crowne Plaza di Padova, organizzato da Confagricoltura Padova in collaborazione con Confagricoltura Veneto.

Si parlerà delle modifiche della Pac sull’obbligo delle rotazioni e dei terreni non produttivi, di attese e prospettive sul mercato e di contratti di filiera. L’introduzione sarà di Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova. Quindi Carlotta De Pasquale, market analyst di Aretè, traccerà una panoramica dei mercati delle principali commodities agricole. Seguirà Antonio Canzian, di Cereal Docks, su attese e prospettive sul mercato e sui prezzi dei cereali e della soia. Quindi Enrico Zavaglia, sempre di Cereal Docks, e Gianfranco Pizzolato, presidente di Aires, approfondiranno il tema dei “Contratti di filiera: veri strumenti per crescere?”. Infine, Vincenzo Lenucci e Roberta Guidi, di Confagricoltura, spiegheranno quali sono le modifiche apportate alla Pac sull’obbligo delle rotazioni e sui terreni non produttivi. Conclusioni affidate a Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto.

“Il convegno nasce per dare una risposta agli agricoltori, che nell’assemblea regionale straordinaria di due mesi fa a Padova hanno portato alla luce problematiche e sofferenze – sottolinea Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova -. Grazie all’azzeramento dei dazi, gli arrivi in Italia di grano tenero ucraino sono raddoppiati nel 2023 rispetto al 2022 e le importazioni di mais triplicate. Le consistenti esportazioni di cereali verso l’Ue hanno contribuito all’abbassamento dei prezzi pagati agli agricoltori, creando distorsioni all’interno del mercato comunitario. Le quotazioni estremamente penalizzanti, a fronte di costi di produzione che rimangono alti, mettono a rischio i bilanci delle aziende agricole e non sappiamo quanto questa situazione possa durare. L’Ue ha stabilito un freno d’emergenza, con il ripristino dei dazi, che scatterà se i flussi delle importazioni dall’Ucraina supereranno una certa soglia, ma la lista dei prodotti sensibili non include il grano. Per Padova, che è la prima provincia veneta per coltivazione di grano tenero, la situazione è penalizzante e gli scenari futuri sono imprevedibili”.

Cereali nel Veneto

Secondo i dati 2023 di Veneto Agricoltura, la superficie coltivata a grano tenero nella regione viene stimata in deciso aumento a circa 118.400 ettari (+23,3%). Padova è diventata la prima provincia per superficie investita con circa 27.400 ettari, con un incremento degli investimenti del +32,6%, seguita da Rovigo (26.500 ettari) e Venezia (25.000 ettari). Per quanto riguarda il frumento duro, la superficie in Veneto è salita a circa 21.300 ettari (+10%): Rovigo si conferma la prima provincia, con oltre il 65% delle superfici coltivate a livello regionale, pari a circa 14.000 ettari, seguita da Verona (2.900 ettari) e Padova (2.800 ettari circa).

Il Veneto è anche il primo produttore in Italia per il mais, con circa 163.100 ettari tra granella e mais ceroso destinato a foraggio. In testa la provincia di Venezia con 24.800 ettari, seguita da Padova (23.700 ettari), Rovigo (22.700 ettari) e Verona (21.900). Anche nella soia la regione detiene il primato nazionale con 130.500 ettari. Padova è la provincia leader con 30.750 ettari, seguita da Venezia (30.450 ettari) e Rovigo (30.200 ettari).

 

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