Nocciole: Viterbo-Rieti, in alcune aziende perdite del 40 per cento

La produzione di nocciole perde in alcune aziende quasi il 40 per cento. Il calo viene ufficializzato dal presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti, Remo Parenti, come fa sapere Italiafruit.

“Il dato va ovviamente ponderato e, facendo una media per l’intero comparto, si scende al 20%. Ma sono comunque numeri molto importanti” precisa. A colpire il settore il caro energia, ma anche il clima dell’estate, con la siccità di giugno, luglio e agosto e le piogge e le inondazioni di settembre. “L’acqua era attesa, ma non di certo in questi termini. Ci sono alcune coltivazioni che sono state completamente allagate. Quel poco che erano riuscite a produrre, è stato trascinato via dall’acqua e dal fango”.

La situazione peggiore è nel sud dei Monti Cimini: “Quando la siccità estiva è finita, sono arrivati temporali e acquazzoni che hanno allagato interi campi. Soprattutto nelle zone di Civita Castellana e Gallese e tutta la parte più bassa dei Cimini, dove una ventina di giorni fa una bomba d’acqua ha allagato le colture – prosegue Parenti – Le nocciole che erano a terra sono state trascinate vie e, per quelle che si sono salvate, la raccolta è stata più complicata del previsto”.

“Il settore – spiega ancora il presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti – non sta messo molto bene. E se si sono registrate difficoltà nella produzione e nella successiva raccolta, non ci sono di certo né serenità né ottimismo per quanto riguarda la commercializzazione”. Ancora non ci sono stime su quanto il comparto abbia perso, ma “le lamentele da parte dei produttori ci sono e si fanno sentire” denuncia Parenti. “Bisogna ancora quantificare il tutto – spiega – ma il calo della produzione c’è stato e i prezzi che si prospettano all’orizzonte, che ancora sono molto oscillanti, non compensano nella maniera più assoluta quanto perso. Per questo non sembrano soddisfare i produttori, non solo in termini di compenso, ma proprio in termini assoluti”.

“Chi ha subito i danni maggiori quest’anno non ha reddito. Ha praticamente lavorato per nulla. Ho visto fotografie – sottolinea Parenti – di un noccioleto tagliato perché il produttore era ormai stanco di sostenere spese e lavori non remunerati”.

“Ovviamente – ci tiene a precisare il presidente – non tutte le aziende stanno vivendo lo stesso grado di flessione. Per fortuna i casi di questo genere dovrebbero essere limitati”. Ma sono comunque indicativi della crisi del settore. “Solitamente – conclude Parenti – i nocciolicoltori sono quelli che riescono ad ottenere il maggiore reddito rispetto agli altri settori dell’agricoltura, per lamentarsi anche loro la situazione non è certamente delle migliori…”.

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