Consorzio Asti Spumante e Moscato d’Asti Docg: ottimi dati per il 2022

Il 17 dicembre sarà una data importante per il Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg: sarà infatti il 90esimo compleanno. E arriverà dopo una vendemmia sorprendente: la siccità non ha impedito di avere un prodotto ottimo, considerando stato sanitario delle uve, gradazione zuccherina e contenuto aromatico dei mosti per l’uva Moscato bianco. La sintesi aromatica è la più alta degli ultimi anni, il livello volumetrico è in equilibrio rispetto ai disciplinari.

Nell’area in cui si produce l’Asti Docg, pari a 9.900 ettari divisi in 51 Comuni, la pioggia fino al termine di agosto è stata del 30 per cento inferiore agli ultimi anni. Fortunatamente, in inverno e primavera, non ci sono stati danni da gelate e, appena iniziato il germogliamento, la vite si è sviluppata rapidamente, anticipando di 10-20 giorni la vendemmia, iniziata il 20 di agosto. Caldo e pochissima acqua non hanno inciso con scottature e appassimento sull’uva, in parte grazie all’adattamento della tecnica colturale e in parte per il maggiore ispessimento della buccia causato proprio dall’insolazione.

La fertilità della vite è stata superiore al 2021, dando però origine a grappoli con acini di minori dimensioni.

Passiamo alle stime di vendita. Il primo semestre del 2022 conferma i dati del 2021: Asti Spumante vende soprattutto in Russia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Italia; Moscato d’Asi negli Usa. Le esportazioni riguardano il 90 per cento delle produzioni. Lo scenario potrebbe naturalmente mutare a causa dell’inflazione e degli sviluppi geopolitici mondiali. La sfida è mantenere i numeri positivi del 2021, con oltre 60 milioni di bottiglie di Asti Spumante e 42 milioni di Moscato d’Asti.

L’assemblea generale dei consorziati ha approvato e ora proporrà alla Regione Piemonte l’ampliamento di 300 ettari, per 2023 e 2024, della superficie iscrivibile allo schedario vigneti di Moscato bianco per la produzione di vini Asti Docg, interrompendo una limitazione che va avanti da tempo. Avremmo quindi una produzione ulteriore di 3 milioni di bottiglie. Le nuove piante non andrebbero in produzione prima del quarto anno dall’impianto e contribuirebbero al rinnovamento dei vigneti di Moscato bianco per l’Asti Docg.

Durante la vendemmia 2022 è stata testata una nuova tecnologia, proveniente dall’Università di Sydney, basata sull’elaborazione delle immagini grazie all’intelligenza artificiale, che rileva dati biometrici e colturali, mappando il vigore vegetativo dei vigneti e il loro potenziale produttivo. Uno speciale veicolo Atv dotato di due fotocamere a colori, un Lidar, un Gps, un data logger e un alimentatore a batteria percorre tutte le interfile del vigneto riprendendo entrambi i lati dei filari. L’analisi delle immagini permette di contare i grappoli per vigneto. Il sistema si chiama the Cartographer, è stato testato in tre vigneti in bassa collina zona Strevi e in tre in alta collina zona Mango, con due rilevazioni a distanza di un mese. Il sistema appare affidabile.

Come riportato da Foodaffairs, Stefano Ricagno, vice presidente senior del Consorzio, dice: “La vendemmia 2022 è frutto di un anno climatico difficile e impegnativo. Il gran caldo e l’eccezionale siccità confermano che i cambiamenti climatici non sono un fenomeno “in divenire”, ma dobbiamo imparare a conviverci fin da ora mutando e adattando i nostri comportamenti.” Continua: “I risultati in vigna e in cantina ripagano degli sforzi fatti. Dal punto di vista qualitativo l’uva moscato che è stata raccolta è bella, sana e i mosti stanno confermando un quadro aromatico eccellente”.

Il presidente del Consorzio, Lorenzo Barbero, chiosa così: “Nonostante il quadro geopolitico internazionale e i costi dell’energia che si stanno abbattendo sulle nostre aziende, ci sono tutti i presupposti per ottenere ottimi vini, attesi dai mercati che hanno confermato l’interesse per l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti Docg”.

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