Toscana: raccolta del grano, sarà inferiore al 2021

Fabrizio Filippi, Coldiretti Toscana

In Toscana è iniziata la mietitura di orzo, avena, farro e grano, ma la siccità di febbraio a marzo, sommati al caldo record di maggio, obbligherà a raccogliere meno, con rese anche dimezzate in alcune zone della regione (Maremma del Sud e area costiera). Lo fa sapere Coldiretti con un primo monitoraggio.

La riduzione delle rese per ettaro sono stimate tra il 20 e il 30 per cento, il che porterà i cerealicoltori a veder diminuire ancora i già ristretti margini di redditività, dopo aver subito gli aumenti dei costi correnti del 68 per cento secondo il Crea.

“Se andranno in pari sarà già un miracolo contando che quest’anno il prezzo per quintale del grano sarà in generale maggiore rispetto allo scorso anno. Mesi di lavoro ed attese sono stati spazzati via da una concatenazione di fattori congiunturali e climatici che non hanno precedenti. – analizza Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – La siccità sta compromettendo il 30% della produzione agricola regionale in un momento storico in cui c’è bisogno di produrre più cibo e materie prime agricole per riappropriarci della nostra sovranità alimentare”.

In questo modo aumenta invece la dipendenza dall’estero, in un Paese che produce solo il 36 per cento del grano tenero utilizzato per pane, biscotti e dolci e il 62 per cento del grano duro per la pasta. Ci sono poi da considerare, per quest’anno, anche le stime al ribasso della produzione mondiale di grano a causa di guerra e siccità.

Il frumento costituisce il 58 per cento della produzione totale del cerealicolo regionale, il 3 per cento del prodotto nazionale. Nel 2021, complessivamente, si è prodotto 1,7 milioni di quintali di grano duro e 950 mila quintali di grano tenero. I principali granai regionali si trovano a Pisa, Siena e Grosseto per il frumento duro, a Siena, Arezzo e Pisa per quello tenero (in queste tre province si produce il 70 per cento del totale toscano). Le aziende cerealicole sono state già pesantemente bastonate dagli aumenti delle spese di produzione che vanno dal +170 per cento dei concimi al +129 per cento.

Coldiretti ricorda alle aziende di segnalare sul sito Artea i danni alle coltivazioni causati dalla siccità e aspetta una presa di posizione da parte del Governo regionale per evitare che peggiori ancora la crisi idrica. “Gli effetti dei cambiamenti climatici impongono una forte accelerazione sulla realizzazione di queste strutture e da parte delle aziende nel mettere in atto tutte le misure per un’agricoltura sempre più intelligente nel consumo mirato delle risorse idriche. Serve una legge speciale sul modello del Ponte Morandi di Genova per accelerare gli iter e dotare la regione ed il Paese delle infrastrutture necessarie per affrontare i cambiamenti climatici. – prosegue Filippi – E’ necessario inoltre prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti e definire le priorità di uso dell’acqua disponibile, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui il paese ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale”.

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