Non è un buon periodo per la coltivazione delle ciliegie in Puglia. I prezzi difficilmente vanno a coprire i costi di produzione dopo un esordio positivo della campagna commerciale. A gran voce, nella regione, viene da tempo richiesto di potenziare il marketing.
“Il mercato restituisce una fotografia perfetta di questa debolezza – tuona Gianni Porcelli, vicedirettore Confagricoltura Bari e coordinatore nazionale dell’organismo interprofessionale ciliegie per Ortofrutta Italia – Oggi, a parità di calibro e di qualità, il prodotto marchiato Vignola Igp sconta un prezzo di vendita mediamente superiore di 1 – 1.50 euro rispetto a quello delle nostre ciliegie. Del resto, se così non fosse, il marketing non avrebbe un senso ed un capo di marca affermata avrebbe lo stesso valore di uno senza marchio o di marchio sconosciuto”.
Nel 2003 venne costituito il Consorzio della ciliegia e della frutta tipica di Bisceglie, simile a quello di Vignola, ma i risultati non sono stati buoni e a oggi non vi è un percorso da seguire per strutturare il comparto e politiche di rilancio. Porcelli parla di “percorso obbligato” per un marchio di tutela “ciliegie di Puglia”, con un consorzio che si occupi del controlli, della garanzia di certificazione e della tutela del marchio. Andrebbe poi fatta un’analisi dei punti di forza e dei punti deboli del settore, in particolare di quello cereasicolo pugliese.
“Le aziende di lavorazione e commercializzazione vanno ristrutturate – consiglia Porcelli – dotarle di macchinari moderni e accompagnate ad un percorso commerciale innovativo. Nel segmento della lavorazione e commercializzazione vi è anche quello della trasformazione. Importantissimo promuovere, come giustamente qualcuno anche di parte pubblica sta indicando, aziende agroalimentari che introducano il business della trasformazione delle ciliegie: sgombriamo, però, il campo da eventuali equivoci; alla trasformazione non può andare il prodotto scartato dalla lavorazione del fresco”.
Vanno poi modernizzati gli impianti di ciliegio, in grado di sopportare i forti e sempre più violenti fenomeni atmosferici e di focalizzarsi solo sulle varietà performanti e con forme di allevamento adeguate.