Ottenuta dal Consorzio di Bonifica la deroga al Dmv sul Trebbia

Tractor preparing land for sowing

È stata approvata da Arpae della regione Emilia Romagna la deroga del deflusso minimo vitale (Dmv) sul Trebbia, l’autorizzazione a prelevare acqua dal fiume per uso irriguo nei comuni di Rivergaro e Gazzola. Nello specifico, il prelievo viene concesso per 30 giorni, a partire dal 15 giugno 2022, per fare fronte alle necessità dei coltivatori. Soddisfazione da Confagricoltura Piacenza per la deroga ottenuta dal Consorzio di Bonifica al Dmv sul Trebbia. Filippo Gasparini, presidente dell’associazione che ha vissuto direttamente il tavolo della bonifica, ha espresso soddisfazione “per l’azione tecnica portata avanti dal consorzio di Bonifica, che si è fatto portavoce delle istanze espresse dal mondo agricolo con un’azione attenta e scrupolosa, e della risposta della politica alle esigenze emergenziali che le associazioni agricole hanno manifestato”.

Il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza Luigi Bisi ha ringraziato la regione “per aver dato seguito ai nostri appelli in merito alla necessità di deroga, a fronte di una significativa riduzione delle portate naturali del Trebbia. Purtroppo, viste le lungaggini burocratiche, siamo stati costretti a qualche settimana di prelievi insufficienti. Questa è un’emergenza estrema, con l’intera campagna irrigua ancora da affrontare ma portate da fine luglio. Le colture di pregio rischiano di non arrivare a fine ciclo”. Bisi assicura che si lavorerà anche di notte e nei giorni festivi per assicurare a tutti la giusta dotazione irrigua.

Plauso anche dal presidente di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli, che sottolinea come “la mancanza di precipitazioni stia causando gravi preoccupazioni per i produttori agricoli e il conseguente rischio sulla disponibilità di cibo. L’autorizzazione al prelievo in deroga dal fiume Trebbia nei comuni di Rivergaro e Gazzola per uso irriguo è di fondamentale importanza per fronteggiare una siccità estrema”. Per Gallizioli è preoccupante la riduzione delle rese di produzione di cereali e foraggi. Una situazione pesante in un momento già difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari allo scaffale, con aumenti di prezzi degli alimentari che hanno raggiunto a maggio il +7,1%.

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