Coldiretti Toscana: sì alla semina di quasi 60 mila ettari

Fabrizio Filippi, Coldiretti Toscana

C’è il sì alla deroga che consente, in Toscana, la semina di quasi 60 mila ettari per sopperire alla mancanza di approvvigionamento di colture cerealicole a causa della guerra in Ucraina. I terreni a maggese che potranno essere coltivati sono così distribuiti: in provincia di Grosseto 16 mila ettari, Siena 15 mila ettari, Firenze 8 mila ettari, Pisa 7 mila ettari, Livorno 2,7 mila ettari, 1,2 mila ettari Lucca. Lo fa sapere Coldiretti Toscana dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto con la firma del ministro Stefano Patuanelli.

A livello nazionale, sono più di 200 mila gli ettari riammessi nella filiera produttiva e che possono essere coltivati.

“Lo sblocco di 60 mila ettari di terreni nella nostra regione, che potenzialmente potrebbero garantire 1,5 milioni di quintali di cereali in più, è un primo importante passo verso la riduzione della nostra dipendenza dall’estero dei cereali. – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – La deroga temporanea alla Pac, da noi richiesta e sostenuta, dovrà essere estesa anche alla prossima annata agricola per sviluppare appieno il suo potenziale consentendo alle imprese agricole di programmare tutte quelle colture cerealicole autunno invernali come il grano duro. La deroga è infatti arrivata solo nel mese di aprile quando la semine del grano erano già state effettuate. In Toscana, e così come in tutto il paese, c’è disponibilità di terreni che possono consentirci di aumentare la produzione interna e ridurre il gap così come ci sono aziende pronte a tornare a seminare cereali attraverso la stipula di contratti di filiera che garantiscano una giusta remunerazione agli agricoltori e una fornitura certa a pastifici e trasformatori. Solo così possiamo difenderci dalle speculazioni e puntare alla sovranità alimentare nell’arco di due-tre anni”.

A dimostrazione che gli accordi di filiera sono la direzione corretta per ritrovare sovranità alimentare, garantire cibo di qualità e dare centralità all’agricoltura riconoscendo agli agricoltori un prezzo minimo garantito al di sopra dei costi produzione c’è quello siglato nel 2019 tra Filiera agricola italiana e il Pastificio Fabianelli di Castiglione Fiorentino. L’accordo prevede di realizzare una filiera toscana della pasta a km zero producendo grano duro della Valdichiana aretina. In tre anni queste superfici sono aumentate del 39 per cento, passando da meno di 4 mila a circa 5.500 ettari. A livello regionale, invece, le superfici si sono praticamente dimezzate in un decennio.

Oggi la Toscana produce 1,7 milioni di quintali di grano duro e poco meno di un milione di grano tenero. Stessa cosa per il mais: in Toscana le superfici destinate sono poco più di 11 mila ettari contro i 63 mila del 1982. Abbandono dovuto alla presenza degli ungulati, aumentati a dismisura e che oggi sono una vera e propria calamità, e al consumo di suolo che negli ultimi 14 anni si è preso 180o mila quintali di prodotti agricoli che avrebbero potuto essere coltivati e raccolti per una perdita stimata di 3,6 milioni di euro.

Per l’Unione Europea nel suo insieme – conclude Coldiretti Toscana – il livello di autosufficienza delle produzione comunitaria varia dall’ 82% per il grano duro destinato alla pasta al 93% per il mais destinato all’alimentazione animale fino al 142% per quello tenero destinato alla panificazione secondo l’analisi della Coldiretti sull’ ultimo outlook della Commissione Europea che evidenzia l’importanza di investire sull’agricoltura per ridurre la dipendenza dall’estero e non sottostare ai ricatti alimentari.

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