Abruzzo: Cna, 33 mila imprese artigiane a rischio chiusura

Silvio Calice, Cna Costruzioni Abruzzo

Allarme della Cna Abruzzo: 33 mila imprese artigiane rischiano il fallimento, con la conseguente perdita di 150 mila posti di lavoro. Nelle costruzioni, la situazione è legata al blocco della cessione dei crediti per il Superbonus e altri bonus edilizi. Questo allarme arriva dopo l’indagine compiuta su un campione di 2 mila imprese dell’edilizia, dell’impiantistica e dei serramenti.

Cna vedrà nei prossimi giorni i parlamentari abruzzesi perché abbiano un contatto diretto con il Governo, a cui si chiede di trovare al più presto una soluzione a provvedimenti normativi che stanno creando il caos. Secondo le stime dell’indagine, i crediti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura sono di 2,6 miliardi di euro, mentre la consistenza dei crediti bloccati – il 15 per cento del totale – sta mettendo in crisi migliaia di imprese.

Più di 60 mila imprese artigiane si trovano con il cassetto fiscale pieno di crediti, ma con liquidità assente: il 48,6 per cento del campione dice di rischiare il fallimento, il 68,4 per cento prospetta il blocco dei cantieri già avviati. Quasi un’impresa su due è costretta a pagare in ritardo i fornitori, il 30,6 per cento rinvia tasse e imposte, una su cinque non ce la fa a pagare i collaboratori.

Le imprese con giro d’affari di 150 mila euro detengono 57 mila euro di crediti nel cassetto fiscale (38,2 per cento). Con il crescere del fatturato, diminuisce questa incidenza, ma resta rilevante: un’impresa con 750 mila euro di fatturato si ritrova con 200 mila euro di crediti bloccati.

Il 47,2 per cento delle aziende dice di non trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti, il 34,4 per cento si lamenta per tempi di accettazione dei documenti contrattuali troppo lunghi. Per cedere i propri crediti, ci si rivolge principalmente alle banche (63,7 per cento), poi alle Poste (22,6 per cento), infine a società di intermediazione finanziaria (5,1 per cento). Ma davanti a continui stop and go e a normative incerte, gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti, quindi i crediti in attesa di riconoscimenti e accettazione superano i cinque miliardi, dei quali circa quattro si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura.

I bonus per l’edilizia hanno dato un contributo importante al rimbalzo del Pil l’anno scorso e più del 90 per cento delle imprese intervistate è convinta che senza lo svuotamento dei cassetti fiscali non partiranno nuovi cantieri, con ripercussioni su tutta la filiera e sull’economia in generale, così come sulla riqualificazione energetica degli immobili.

Silvio Calice, responsabile di Cna Costruzioni Abruzzo, elenca i numeri: “Al 30 aprile scorso, secondo dati dell’Enea, l’Abruzzo che è 11esima regione per numero di investimenti, solo per le misure legate all’Ecobonus 110%, ha visto ammettere a detrazione 937.088.318 euro, di cui 604.134.690 conclusi, per una percentuale del 64,5% di lavori realizzati. Di questi 601.245.422 euro sono asseverazioni condominiali, con un investimento medio di 606.094 euro; 224.302.176 euro per edifici unifamiliari, con un investimento medio di 112.263,35; e 111.540.720 euro per unità immobiliari funzionalmente indipendenti, con un investimento medio di 96.823 euro. Dunque, come si vede, cifre imponenti”.

Un altro dato che fa ben superare è quello sull’occupazione: “Per quanto riguarda i lavoratori, in Abruzzo il numero di ore lavorate, a marzo del 2020 era stato di 807.329, contro 2.368.805 rilevato a marzo 2022. Insomma, con un incremento percentuale del 193,41%”. Infine, altro dato positivo è quello sulla natalità delle imprese del settore: “In Abruzzo, nel primo trimestre di quest’anno, come ci dice Infocamere, risultano attive 19.639 imprese di costruzione, con un tasso di crescita dello 0,48% rispetto al trimestre precedente. Bisogna però considerare che dal 2011 al 2020 il comparto ha perso ben 2.827 imprese: solo negli ultimi due anni si è tornati a crescere grazie alle misure legate al Superbonus 110% e alle misure collegate, come lo sconto in fattura e la cessione del credito. Motivo, questo, per sperare che si correggano distorsioni che rimetterebbero in crisi tutta la filiera”.

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