Il Po come ad agosto: è sceso a -2,7 metri rispetto allo zero idrometrico. È addirittura sotto il livello di Ferragosto di un anno fa, mentre nei campi è allarme siccità per le semine primaverili di riso, girasole, mais e soia, così come per le coltivazioni di grano, altri cereali e foraggi per l’alimentazione degli animali. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti sulla situazione del fiume al Ponte della Becca, Pavia.
Al posto del più grande fiume italiano c’è sabbia, che occupa la maggior parte del letto del fiume: la mancanza di acqua minaccia il 30 per cento della produzione agricola italiana e il 50 per cento dell’allevamento.
Le difficoltà, a causa del gran caldo, si espandono a buona parte della Penisola. Non dimentichiamo che l’Italia produce solo il 36 per cento del grano tenero per biscotti, pane e dolci e il 53 per cento del mais per l’alimentazione delle stalle. E ancora: il 56 per cento del grano duro per la pasta e il 73 per cento dell’orzo. Per il resto, è dipendente dall’estero.
La siccità è oggi la calamità più grande per l’agricoltura italiana, con danno stimati in un miliardo di euro all’anno. Non è tanto migliore la situazione fuori dal nostro Paese. In India è stato battuto il record di 49°, con ripercussioni sui raccolti di grano, tanto che il governo ha deciso di bloccare le esportazioni ad alcune aree degli Stati Uniti. In Europa, il caldo sta colpendo Germania, Francia e Spagna.
Coldiretti fa sapere che le previsioni del Dipartimento all’Agricoltura degli Stati Uniti del 2022-2023 danno una produzione di grano totale di 774,8 milioni di tonnellate, con il primo segno meno dal 2018-2019; le scorte globali dovrebbero essere di 267 milioni di tonnellate, in calo per il secondo anno consecutivo e al livello più basso degli ultimi sei.
Coldiretti e Anbi hanno proposto un progetto immediatamente attuabile per la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto sul paesaggio e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente. “L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. Un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, che nell’arco di dieci anni hanno causato 14 miliardi di euro di danni all’agricoltura italiana”.