Occupazione Emilia Romagna: tornano le nubi del pessimismo

A febbraio 2022 l’occupazione totale aveva recuperato quasi completamente (-0,4 per cento) rispetto a febbraio 2020. Nei primi quindici giorni di marzo, però, a causa della guerra in Ucraina e della crisi energetica, sono in grande aumento le attese sulla disoccupazione da parte dei consumatori. Le imprese hanno attese di peggioramento nell’occupazione.

Per aprile 2022 le entrate previste dalle imprese emiliano-romagnole rispetto allo stesso periodo 2021 segnano un rallentamento per il manifatturiero (-6,1%) e per le costruzioni (-8,6%). Le stesse salgono nei servizi (+43,1%), trainate dalla forte crescita dei servizi legati al turismo. Nel mese in esame le mpi fino a 49 dipendenti danno il contributo maggiore alla domanda di lavoro (il 62,3% delle entrate complessive sono infatti previste da micro e piccole imprese). A livello provinciale ad aprile 2022 su base annua si osservano incrementi più consistenti delle entrate previste a Rimini (+151,9%) e Ravenna (+74,8%), province tra i principali poli di attrazione turistica del territorio.

Gli occupati in Emilia-Romagna nel 2021 sono 1 milione 978 mila, crescono dello 0,6% rispetto al 2020 (+12 mila unità) ma non hanno recuperato i livelli pre-pandemia del 2019 (-2,3%) cumulando un calo di 48 mila occupati. Rispetto al 2019 sono in particolare difficoltà gli indipendenti che registrano un -6,7% (> -6,4% nazionale) mentre è più contenuta e pari al -1,1% la flessione dei dipendenti. A livello settoriale recuperano i livelli pre-crisi le Costruzioni (+13,9%) mentre sono in ritardo il Manifatturiero esteso (- 3,6%) e i Servizi (-3,4%). In termini di genere si registra una diminuzione diffusa con gli uomini a -1,2%, e le donne in maggior ritardo con -3,8%.

L’analisi dei principali tassi del mercato del lavoro, indica per il 2021 il tasso di occupazione (15-64 anni) a 68,5% – secondo in Italia dopo la Provincia Autonoma di Bolzano – in miglioramento crescendo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2020 ma inferiore rispetto al livello del 2019 attestandosi a -1,9 punti. Il tasso di disoccupazione (15 anni e più) pari al 5,5%, migliora nell’ultimo anno calando di 0,4 punti percentuali e rimanendo al di sotto rispetto al 2019 di 0,1 punti. Infine, il tasso di inattività (15-64 anni) pari al 27,5%, rimane costante nell’ultimo anno (+0,0 punti percentuali) mentre peggiora rispetto al 2019 registrando una crescita di 2,1 punti.

A livello provinciale il tasso di occupazione rispetto al 2020 registra miglioramenti più decisi a Rimini (+2,5 p.), Ravenna (+2,2 p.) e Parma (+1,5 p.). Rispetto al 2019 recuperano solo Ferrara (+0,4 p.) e Parma (+0,0 p.). Si rileva una più alta difficoltà di recupero per Forlì-Cesena e Bologna (entrambe a -3,1 p.) e Reggio Emilia (-2,5 p.). Bologna rimane la seconda provincia italiana per più alto tasso di occupazione dopo Bolzano.

Il tasso di disoccupazione in un anno peggiora di più a Ferrara (+0,4 p.), Reggio Emilia (+0,3 p.) e Piacenza e Forlì-Cesena (+0,2 p.). Rispetto al 2019 registra incrementi più consistenti a Ravenna (+1,6 p.), Reggio Emilia (+1,1 p.) e Parma (+0,9 p.).

Il tasso di inattività migliora in un anno scendendo di più rispetto al 2020 a Ravenna (-1,9 p.), Parma (-1,5 p.) e Ferrara (-1,0 p.). Peggiora rispetto al 2019 registrando crescite più sostenute a Modena (+4,0 p.), Forlì-Cesena (+3,4 p.) e Bologna (+3,1 p.).

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