Ucraina, le imprese dell’avicoltura in sofferenza

Il rincaro del costo dei mangimi sta mettendo in ginocchio gli allevamenti avicoli della Toscana: in forte difficoltà ci sono 470 allevamenti, il doppio rispetto a sei anni fa, di cui la metà specializzati nella produzione di uova da consumo. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base di un’indagine Ismea. Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana, sottolinea che il settore è tra i più duramente colpiti dai rincari: “l’avicoltura è un comparto in forte espansione nella nostra regione, anche in virtù di un aumento della domanda che contribuisce all’autosufficienza nazionale della produzione di carni e uova Made in Italy. Lo scenario odierno, con le nostre aziende in grave affanno che non riescono più a sostenere i costi produttivi e sono costrette a vendere a prezzi che non garantiscono una adeguato profitto, favorisce le importazioni di carni e uova straniere da paesi che non osservano gli stessi nostri criteri di allevamento, di rispetto dell’ambiente e del lavoro”.

La razione animale è la voce di costo che pesa di più sui bilanci aziendali e che sta registrando gli aumenti più significativi: +33% nel primo trimestre del 2022 e un ulteriore balzo del 40% ad aprile su base annua, a causa delle perduranti tensioni sui listini internazionali di mais, soia orzo. La recente indagine di Crea – Consiglio ha calcolato che le aziende del settore soltanto per i costi dei mangimi spenderanno fino a 166mila euro, con perdite medie fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli. Ma ad essere colpita duramente è tutta l’intera filiera agroalimentare e tutti i settori agricoli, dal cerealicolo agli allevamenti bovini, dall’ortofloricoltura al vitivinicolo ed olivicolo fino ai fruttiferi ed erbivori, dove si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, dal +129% per il gasolio al 30% per il vetro, dal 15% per il tetrapack al 35% per le etichette fino ad arrivare al 70% per la plastica, con incrementi dei costi correnti di 14.358 euro.

Per aiutare le imprese agricole il Consiglio dei Ministri ha approvato all’interno del DL Aiuti, su pressing di Coldiretti, 180 milioni di fondi per l’accesso delle imprese agricole alla garanzie Ismea sui mutui ritenuto importante per salvare il Made in Italy. La misura va a sommarsi al bando sui contratti di filiera da 1,2 miliardi di euro le cui domande si potranno presentare dal 23 maggio, la sostituzione dei fertilizzanti chimici con il digestato, lo sblocco dei pagamenti di Agea per gli allevatori, la rinegoziazione dei mutui agrari e garanzia Ismea. “Questo consente alle piccole e medie imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura di accedere alla garanzia diretta di Ismea con copertura al 100% per nuovi finanziamenti”. Risposte sono arrivate anche in materia energetica: è stata consentita alle aziende del settore l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti delle proprie strutture produttive, e sarà possibile vendere l’energia prodotta per far fronte al caro petrolio con la proroga fino all’8 luglio 2022 delle aliquote agevolate sull’accisa per il gasolio e la benzina utilizzati come carburante per usi agricoli.

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