Ruote Libere: “Viceministra Bellanova, apra il tavolo a tutte le associazioni”

Cinzia Franchini

“L’ennesimo “tavolo” dell’autotrasporto convocato giovedì a Roma dalla viceministra Bellanova si è concluso con un nulla di fatto. Nulla è stato deciso sui 500 milioni di euro tanto sbandierati e che dovrebbero compensare i mancati rimborsi sulle accise per il carburante per gli autocarri Euro V ed Euro VI, mancati rimborsi che secondo le prime indiscrezioni si protrarranno fino al 30 giugno con il prolungamento della riduzione orizzontale delle accise previste dal Governo per tutti. Nulla poi è stato deciso sul fronte delle revisioni normative promesse, dai tempi di pagamento passando ai costi di riferimento e alla clausola gasolio. Nulla è stato deciso sulla indispensabile mitigazione della imminente liberalizzazione per l’accesso al mercato, frutto di una direttiva europea recepita in modo pedissequo in Italia”.

“La viceministra ha riunito dalle ore 13 alle ore 18 i rappresentanti delle vecchie associazioni di categoria per poi concludere il vertice senza alcun provvedimento concreto”. A parlare è la presidente della associazione dei piccoli imprenditori dell’autotrasporto Ruote Libere, Cinzia Franchini. “Di concreto per ora vi è solamente l’ulteriore finanziamento sui pedaggi, tanto caro alle associazioni stesse che, attraverso i Consorzi di servizi, sulla gestione di tali risorse mantengono le proprie strutture, mentre i punti del protocollo sottoscritto il 17 marzo restano un inutile libro dei sogni, scritto esclusivamente per anestetizzare le proteste di una categoria sempre più in ginocchio”.

“Davanti a questo fallimento ci rivolgiamo direttamente alla vice-ministra Bellanova chiedendo formalmente di allargare il tavolo superando la stantia formalità di incontri del tutto autoreferenziali e scollegati coi problemi concreti e gravissimi che l’autotrasporto sta vivendo. Cara viceministra, ci creda, quelle associazioni non possono risolvere problemi che loro stesse hanno contribuito a creare. Gli autotrasportatori non ne possono più di parole vuote e di promesse roboanti, non ne possono più di essere presi in giro. Il vecchio tavolo con il suo cerimoniale compassato va ribaltato, vanno aperte le finestre del palazzo e vanno ascoltate le voci di chi ogni giorno attraversa le strade del nostro Paese, le voci delle associazioni che non hanno nulla da difendere, se non le istanze del mondo che rappresentano. Lo sappiamo, è un esercizio più difficile e più crudo. I reciproci salamelecchi, le critiche di facciata che nascondono sintesi condivise, devono lasciare il posto a un dialogo aspro che consenta di mostrare al Governo la vera natura del problema senza falsi filtri accomodanti. Ci rivolgiamo a lei, viceministra, perché sappiamo che la sua storia personale e il suo impegno sindacale sono in grado di cogliere l’importanza di questa svolta. Da questo ascolto sincero, siamo certi, emergerebbero meno slogan sterili e più soluzioni concrete”.

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