Fermo autotrasporti: “Così si mettono contro i produttori”

Situazione incandescente nel mondo dei trasporti e, di conseguenza, confusione nella filiera dell’ortrofrutta. Per oggi Trasportounito aveva annunciato uno sciopero, bocciato “per cause di forza maggiore” dalla Commissione di garanzia per lo sciopero. In Sardegna, però, gli autotrasportatori hanno fatto sapere che oggi non si lavora; anche in altre regioni del Sud i camion potrebbero rimanere fermi, mentre al Nord molte aziende hanno confermato la loro operatività. L’Italia si spacca in due, in attesa domani del tavolo ministeriale e sabato della manifestazione nazionale.

Le aziende dell’ortofrutta hanno già dovuto rivedere i loro piani, nel fine settimana le catene della Gdo hanno aumentato gli ordini di frutta e verdura per avere scorte: sono stati privilegiati beni a luna shelf-life come patate, cipolle e carote. Diverse aziende hanno segnalato disagi davanti allo scenario del fermo, tra cui Apofruit e Valfrutta Fresco.

“Fino a ieri abbiamo raddoppiato i trasporti dai nostri stabilimenti del Sud verso quello di Cesena, perché oggi il rischio è di non poter movimentare merce. Si vive alla giornata ed è frustrante lavorare in questo modo – così si sfoga con IFN Ernesto Fornari, direttore generale del Gruppo Apofruit – Nonostante i rinnovi dei contratti a gennaio abbiamo subito le manifestazioni di fine febbraio. Siamo consci degli aumenti del gasolio alla pompa e proprio per questo avevamo comunicato agli autotrasportatori la nostra volontà di riconoscere in fattura, mese per mese, l’aumento del carburante: proprio perché è un aumento straordinario siamo pronti a farcene carico. Ma nemmeno questo è bastato: il motore del camion si può lasciare spento, ma noi non possiamo spegnere la produzione ortofrutticola. Il governo ha le sue responsabilità, si è aspettato troppo per convocare un tavolo, così si sono esacerbati gli animi. Il mondo dell’autotrasporto è fatto di un pulviscolo di tante piccole aziende ed è difficile da governare. Anche noi siamo soggetti ai rincari di energia, trasporti, packaging, materie prime… Ma abbiamo cercato di dare un segnale concreto all’autotrasporto”.

“Siamo tutti perfettamente coscienti del problema e della gravità della situazione che sta colpendo tutti i settori, sia dal punto di vista produttivo che di tutta la filiera ortofrutticola – spiega a IFN Stefano Soli, direttore generale di Valfrutta Fresco – Ma lo sciopero proclamato per questa mattina non è solo un’iniziativa negativa: non ha alcun tipo di senso e non serve a nessuno, inoltre rischia di mettere la produzione in uno stato di difficoltà maggiore rispetto a quello in cui già si trova”.

E continua: “Come al solito il danno principale lo pagherà la produzione perché la maggior parte dei prodotti già raccolti non si potranno spedire, creando problemi dal punto di vista della distribuzione. Per non parlare dei prodotti ortofrutticoli che non potranno essere raccolti e di quelli che finiranno per essere distrutti”. Altra conseguenza della sciopero il sorpasso dei prodotti di origine straniera su quelli nostrani: “Inevitabilmente aumenteranno le importazioni dall’estero e servirà del tempo perché le forniture italiane tornino ad essere competitive. Con questo gesto i trasportatori non fanno altro che mettersi contro il mondo della produzione”. Quali saranno i prodotti a rimetterci maggiormente? “Le orticole e le fragole”. La soluzione? “E’ arrivato il momento di discutere insieme del problema e concordare iniziative comuni, è l’unico modo per uscire da questa empasse”.

Domani al ministero delle Infrastrutture ci sarà il tavolo con la viceministra Teresa Bellanova, che incontrerà le associazioni dell’autotrasporto. Si parte dagli 80 milioni che il governo ha deciso di stanziare, ma da cui era escluso il caro gasolio. Tutte le aziende aderenti a Unatras, il 90 per cento delle imprese di autotrasporto del nostro Paese, valuteranno gli esiti e decideranno cosa fare, oltre alla manifestazione del 19 marzo.

“Nel rispetto del diritto di tutti i lavoratori di esprimere il proprio malessere attraverso lo sciopero, auspichiamo che la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, assicuri lo svolgimento delle proteste ma anche la movimentazione delle merci agricole”, fa invece notare il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele. Peraltro, anche gli agricoltori sono sul piede di guerra. Per oggi, a Tarquinia, è prevista una manifestazione dei produttori al fianco degli autotrasportatori. “Insieme contro la speculazione sui carburanti e su tutti i prodotti usati in agricoltura – spiegano gli imprenditori laziali – La situazione è drammatica: i costi sono raddoppiati, in primis quello del carburante”.

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