Fiap: caro gasolio, il tempo è scaduto

Duro e preoccupato comunicato da parte della Fiap, la Federazione italiana autotrasporti, a proposito del caro gasolio: “In maniera responsabile, insieme al Coordinamento Unatras, abbiamo cercato di evitare scontri o manifestazioni non controllate per lavorare serenamente con il Governo per individuare soluzioni reali e concrete rispetto al caro energia ed altri aspetti critici. Ma la politica si sta rivelando troppo lenta nelle scelte, e qualsiasi nuova norma o emendamento non mirato ad una soluzione rispetto alla situazione reale, avrebbe scarsi effetti nell’immediato”.

Il tempo “è scaduto. Eravamo ben coscienti che gli 80 milioni stanziati come “aiuto” nel DL Energia non avrebbero risolto il problema “di cassa” e che il “tavolo delle regole” risulta essere la priorità assoluta per cercare di curare non l’effetto, ma la causa dei problemi del settore. Oggi il gasolio supera i 2 euro al litro e molti servizi di trasporto svolti delle nostre imprese sono diventati economicamente insostenibili. Ogni impresa in maniera responsabile, prima di intraprendere un servizio di trasporto, deve fare bene i propri conti. E se le condizioni economiche non ci sono, valuti seriamente di fermare i propri veicoli prima di mettere in repentaglio il proprio patrimonio aziendale o peggio si produca dei debiti difficilmente recuperabili”.

No alla proclamazione di un fermo: “Le aziende, con coscienza, si fermeranno lo stesso. Così il Governo si renderà, ancora una volta, conto dell’importanza dell’autotrasporto. Quell’autotrasporto che in momento di emergenza pandemica ha sostenuto il paese e la sua economia”. Altro che emergenza finita: “E visto l’aggravarsi della situazione con lo scoppio della Guerra in Ucraina ed il “sospetto”, sempre più marcato, di aumenti speculativi del carburante, il Governo intervenga con un temporaneo controllo amministrato del prezzo del gasolio per garantire la circolazione delle merci e soprattutto la distribuzione di medicinali e beni di primaria necessità. Crediti d’imposta, mirati alla riduzione dell’impatto del costo del carburante sui conti aziendali, possono essere utili se adottati con un effetto immediato. Sperando poi che, come successo in passato, non vengano bollati come aiuti di stato, dall’Unione Europea, e revocati con richiesta di restituzione da parte dell’Agenzia delle Entrate. La storia insegna”.

Bisogna tutelare e rispettare il settore: “La Fiap è sempre stata contraria a sostegni a pioggia che non hanno reali effetti e ha sempre messo tra le sue priorità l’applicazione dei costi di sicurezza e il rispetto delle normi vigenti, come quelle sui tempi di pagamento, sui pallet e le soste al carico/scarico, scontrandosi da diversi anni con il Governo e molte volte con altre Associazioni anche dell’autotrasporto. Organizzazioni di rappresentanza che – controllate da Confederazioni ai cui tavoli siede contemporaneamente la committenza – si sono opposte a qualsiasi approfondimento su tali aspetti, con la falsa giustificazione del libero mercato o peggio equiparandole ad un sostegno economico al settore”. E ancora: “Confederazioni che hanno ottenuto dalla politica una modifica alla norma sulla rappresentanza delle Associazioni dell’autotrasporto presso il Comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori, con la possibilità, in caso di più associazioni aderenti, di scegliere quale organizzazione si potesse “sedere al tavolo” dell’Albo e, di conseguenza, a qualsiasi altro confronto con il Governo”. In questo modo, la Fiap, “una delle associazioni più storiche del settore con oltre 70 anni di storia, che ha partecipato alla formulazione della 298/74, alla realizzazione delle tariffe obbligatorie, sempre presente all’Albo e a tutte le commissioni dalla loro nascita si è trovata ad essere estromessa”.

“La Fiap è una rappresentanza di imprese di autotrasporto. La presidenza ed il consiglio sono composti solo da Imprenditori o manager del settore, a titolo volontario senza alcun compenso. Non vi sono consorzi per l’erogazione di servizi, soprattutto quelli definibili “autostradali”. È una Federazione che si regge con il tesseramento e con la assistenza utile alla crescita delle imprese associate”.

“La situazione attuale è figlia di politiche miopi messe in atto negli ultimi decenni. Situazioni volute per rendere il settore debole e controllabile. Ed è così che anche il problema delle troppe Associazioni dell’autotrasporto viene risolto dalla politica e dalla committenza. Occorre scegliere da chi farsi rappresentare. Altrimenti, non si è solo fautori del proprio destino, ma si è complici nel raggiungimento dei risultati”.

“Infine, un ulteriore appello al Governo affinché, vista l’emergenza energia, scelga, anche e almeno per il 2022, di neutralizzare la richiesta del versamento del contributo all’ART – Autorità di Regolazione del Trasporto, con un provvedimento analogo a quello adottato per il 2021”.

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