Guerra in Ucraina: concimi, aumenti del 170 per cento

Concime

La guerra in Ucraina manda alle stelle il costo dei concimi, fino al +170 per cento. Un aumento che aggrava la dipendenza dell’Italia dai mercati esteri. Il dato emerge dall’analisi di Coldiretti, diffusa in occasione della mobilitazione di allevatori, agricoltori e pescatori con barche, trattori e animali in Veneto, Liguria e Puglia, che così hanno voluto esprimere solidarietà al popolo ucraino e anche con la realizzazione di un ‘Giardino della pace’.

I fertilizzanti, dunque, crescono come costo in virtù dell’aumento del gas, ma anche della decisione di Putin di vietare l’esportazione di nitrato di ammonio, fondamentale per la concimazione del grano, di cui rappresenta un quarto dei costi complessivi di coltivazione. Il prezzo è così passato da 250 euro a tonnellata a 670 euro a tonnellata. A rischio c’è la produzione di grano. La scelta danneggia le aziende agricole, già penalizzate dall’aumento dei fertilizzanti per colpa del gas. L’urea è passata a 750/800 euro a tonnellate contro i 350 euro dell’anno scorso, secondo il report di Cai – Consorzi agrari d’Italia. Il perfosfato minerale è salito da 170 a 330 euro a tonnellata; i concimi a contenuto di potassio da 450 a 850 euro a tonnellata.

Il risultato? Il 30 per cento delle imprese agricole deve ridurre i raccolti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixé. A rischio c’è la sovranità alimentare del Paese, già costretto a importare il 64 per cento del grano per il pane, il 44 per cento per la pasta, il 16 per cento del latte consumato e il 49 per cento della carne bovina, oltre al 38 per cento di quella di maiale. Non vanno dimenticate neanche soia e mais, che servono per l’alimentazione degli animali, così come le produzioni di formaggi e salumi Dop, dove con quelle nazionali si coprono il 53 e il 27 per cento, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.

“In un momento difficile per l’economia mondiale a causa della pandemia Covid occorre ritrovare la via del dialogo superando le tensioni per accompagnare la ripresa” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “nell’immediato occorre anche garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende e delle stalle affinché i prezzi riconosciuti ad agricoltori e allevatori non scendano sotto i costi sostenuti in forte aumento per effetto dei rincari di petrolio e gas che hanno un effetto a valanga su tutti i fattori produttivi”.

Coldiretti chiede interventi immediati, a cominciare dallo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, così come incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni, attraverso la garanzia del 100 per cento pubblica e gratuita di Ismea e fermare le speculazioni sui prezzi pagati con un’applicazione efficace del decreto sulle pratiche sleali.

Exit mobile version