Fai Cisl Val d’Aosta: confermato reggente Jean Dondeynaz

Si è svolto ad Aosta, presso l’Institut Agricole Régional, il sesto Congresso della Fai Cisl Valle d’Aosta, federazione che rappresenta i lavoratori agricoli, dell’industria alimentare, delle foreste, della pesca, della zootecnia e della bonifica. L’assemblea ha confermato reggente Jean Dondeynaz.

Formazione, partecipazione dei lavoratori, contrattazione e tutela ambientale tra le priorità indicate da Dondeynaz: “Con la pandemia tutta la collettività ha preso atto di quanto sia essenziale il lavoro di chi garantisce il cibo sulle nostre tavole”, ha detto il sindacalista, “ma ora è fondamentale saper valorizzare le ingenti risorse del Pnrr per rinnovare le filiere agroalimentari e governare la transizione ecologica”.

“I nostri operai forestali e agricoli assieme al sistema allevatoriale – ha detto Dondeynaz – rappresentano un presidio fondamentale per la messa in sicurezza del territorio e contrastare lo spopolamento delle aree interne, ma la politica regionale deve sostenere questi lavoratori e lavoratrici se vogliamo generare ricchezza e tutela ambientale. In regione abbiamo purtroppo abbandonato il territorio e subìto un progressivo spopolamento della montagna, dovuto anche al venire meno di servizi e opportunità occupazionali, ora dobbiamo invertire la tendenza mettendo in pratica una vera economia circolare”. Tra le proposte del sindacato, una fiscalità di vantaggio ulteriore per incentivare cittadini e imprese agroalimentari, zootecniche e florovivaistiche a svolgere le proprie attività nelle realtà montuose, compensandone i sacrifici e valorizzandone il ruolo sociale, culturale, ambientale ed economico.

Durante i lavori si è svolto anche il primo Congresso di Terra Viva Valle d’Aosta, federazione di secondo livello che nella Fai Cisl rappresenta i produttori agricoli. Oltre al presidente nazionale Claudio Risso è intervenuta Paola Flamini, eletta alla presidenza dell’associazione regionale: “Diamo voce a produttori che gestiscono il 12% della superficie agricola regionale, con dimensioni aziendali medio grandi, svolgendo un ruolo essenziale nel tessuto produttivo”, ha detto Flamini, sottolineando il valore di diverse eccellenze regionali tra cui spiccano i comparti lattiero caseario e vitivinicolo. “Partecipare ai tavoli istituzionali della Regione sarà una delle priorità per dare forte rappresentanza e risposte concrete ai nostri associati”, ha aggiunto la presidente regionale di Terra Viva.

Dopo gli interventi di delegati, operatori, dirigenti, rappresentanti delle istituzioni locali, ha concluso i lavori il segretario generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota, che ha sottolineato i tratti comuni tra la crisi sanitaria e quella climatica: “La pandemia ha mostrato il bisogno di medici e infermieri, di una sanità programmata e organizzata, allo stesso modo la tutela del territorio non può essere fatta continuando a rincorrere le emergenze: va fermato il consumo di suolo, perché cemento e pannelli solari stanno divorando i terreni agricoli, poi vanno finanziati i cantieri forestali, valorizzate le professionalità degli operai idraulico forestali e nei consorzi di bonifica”.

Il sindacalista ha anche duramente criticato l’invasione russa in Ucraina: “In questi giorni stiamo vivendo una tempesta perfetta: a caro energia, aumento dei costi delle materie prime, inflazione, ora si aggiunge un conflitto che oltre a rappresentare una grave minaccia umanitaria potrà avere un impatto enorme sull’economia europea, a cominciare dall’agroalimentare Made in Italy. Vanno messi in campo tutti gli strumenti possibili per fermare il conflitto, tutelare i civili, garantire pace e stabilità. L’invasione russa, come ogni conflitto armato, rischia di colpire soprattutto civili inermi. È un atto ingiustificabile che minaccia di impattare anche sulle nostre imprese e sull’occupazione. Negli ultimi mesi l’export agroalimentare Made in Italy ha conosciuto un nuovo boom, specialmente per i prodotti lattiero caseari e da forno, carni, comparto vitivinicolo, raggiungendo per la prima volta i 52 miliardi”, ha detto Rota, spiegando che “oltre ai 750 milioni del Recovery destinati alla competitività e alla resilienza delle filiere produttive, ci sono 450 milioni della legge di bilancio 2022 destinati a rifinanziare importanti contratti di sviluppo anche per l’agrifood, ma con il conflitto attuale è concreto il rischio di mandare in fumo gli sforzi fatti da lavoratori e imprese per ripartire e per rendere strutturali questi investimenti”.

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