Sono 58 le associazioni di volontariato del terzo settore delle Marche che scendono in campo lavorando in rete per contrastare gli effetti dell’esclusione sociale, della precarizzazione e marginalizzazione della comunità, problemi acuiti dalla pandemia.
Il progetto si chiama appunto ‘Facciamo Rete – Terzo settore Marche per l’emergenza Covid 19′ ed è finanziato dalla Regione Marche grazie a risorse statali del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. In prima linea ci sono 14 enti no profit regionali, Anpas Marche capofila, riuniti in Associazione temporanea di scopo Ats, in collaborazione con altre 44 associazioni, per complessive 800 sedi e circoli locali in tutte le Marche.
‘Facciamo Rete’ offre una serie di servizi di assistenza per i malati, per le persone in condizioni di disagio e povertà, per i giovani e gli studenti, i minori e le famiglie, per i disabili, i migranti e altre categorie in difficoltà.
“Aiutando le persone fragili – dichiara l’assessore regionale Giorgia Latini – provvedendo ai bisogni primari di chi ha di meno, collaboriamo alla costruzione di una società più giusta. La Regione sostiene con oltre 800 mila euro questo importante progetto che, oltre alle buone finalità sociali, propone un metodo buono, la rete. Attraverso le tante Associazioni che collaborano riusciamo a intervenire laddove le Istituzioni non riuscirebbero: questa è sussidiarietà, uno strumento che ci aiuta a rispondere alle necessità e ai bisogni delle persone in maniera efficace”.
Il numero verde per accedere ai servizi è 800.366., a disposizione nei giorni feriali dalle 9 alle 18. Qui, il personale Anpas Marche appositamente formato offre una prima risposta, indirizzando poi verso le varie organizzazioni in rete.
“Siamo onorati di guidare una formazione così ampia di Associazioni che si adoperano negli ambiti sociali messi in crisi dalla pandemia – afferma il presidente di Anpas Marche Andrea Sbaffo – La “rete” che abbiamo formato tiene le maglie strette per non lasciare nessuno solo e in difficoltà, perseguire il bene del prossimo è l’essenza del volontariato. Siamo sicuri che le volontà dichiarate nella costruzione del progetto raggiungeranno questo obiettivo”.
Si fa particolarmente attenzione alle zone colpite dal sisma del 2016, con tre aree di macro intervento: contrasto alla povertà (bisogni primari di persona senza dimora: solidarietà alimentare e altre forme di sostegno a situazioni di indigenza; azioni di assistenza sociale e sostegno psicologico a persone escluse socialmente; orientamento e re-inserimento al lavoro; miglioramento delle condizioni delle famiglie in stato di disagio sociale, preesistenti o nuove, causate dal prolungarsi dell’emergenza covid); azioni per contrastare l’emergenza epidemiologica, sostegno a domicilio e a distanza (attività di sostegno a domicilio per persone in difficoltà o non autonome con interventi che riducano l’isolamento e rafforzino il senso di comunità; consegna a casa della spesa, di farmaci e beni di prima necessità; supporto a chi vive in condizioni di solitudine fisica e psicologica, alle categorie più fragili, alle persone con disabilità e alle loro famiglie; contrasto alla povertà educativa e a problemi di apprendimento scolastico, di mancanza di strumenti e risorse per le attività ludico-ricreative, di limitato esercizio fisico; riduzione del gap digitale, con la formazione o con la consulenza; supporto al tessuto associativo regionale per potenziare la capacità dei soggetti del terzo settore delle Marche a lavorare in rete e innovare i propri servizi; riattivare attività ricreative, ludico sportive e formative; sperimentare percorsi di formazione nell’ambito del welfare e promuovere la riattivazione di iniziative culturali.
Il progetto si concluderà nell’agosto del 2022.