Dop economy: ha tenuto anche nell’anno della pandemia

Bologna, 11/06/2020. Inaugurazione supermercato Coop in via Barberia 30. Foto Paolo Righi

Anche nell’anno della pandemia, la Dop economy ha confermato il suo ruolo nei territori grazie al lavoro di 200 mila operatori e 286 Consorzi di tutela dei comparti di cibo e vino. I numeri sono confermati dal XIX Rapporto Ismea – Qualivita sul settore italiano dei Dop – Igp che, nel 2020, ha raggiunto 16,6 miliardi di euro di valore alla produzione (-2 per cento), pari al 19 per cento del fatturato totale dell’agroalimentare nostrano. Con un export di 9,5 miliardi di euro (-0,1 per cento), pari al 20 per cento delle esportazioni italiane di settore.

Se da un lato si interrompe il trend di crescita del settore, che durava da dieci anni, dall’altro ci accorgiamo che in un periodo di grande difficoltà c’è stata la tenuta di un sistema di qualità diffuso su tutto il territorio italiano. Si vanno affermando, nel sistema delle Igi, categorie come le Paste alimentari i Prodotti di panetteria e pasticceria. Il comparto agroalimentare Dop – Igp vale 7,3 miliardi di euro alla produzione, quello vitivinicolo imbottigliato 9,3 miliardi di euro.

Anche per l’export il risultato è importante, con i cali sui mercati extra-Ue compensati dalla crescita delle esportazioni verso destinazioni europee. Il cibo con 3,92 miliardi di euro fa registrare un incremento del valore esportato del +1,6 per cento, il vino con 5,57 miliardi un decremento dell’1,3 per cento.

Si conferma un impatto economico delle filiere Dop – Igp nel Nord Italia. Tra le prime 20 province per valore, 11 sono del Nordest (le prime tre sono Treviso, Parma e Verona), con un impatto territoriale di oltre un miliardi di euro. Nel 2020, solamente l’area Sud-Isole segna un incremento complessivo del valore rispetto al 2019 (+7,5 per cento), con crescite da segnalare in Puglia e Sardegna.

L’agroalimentare italiano DOP IGP STG coinvolge oltre 86mila operatori, 165 Consorzi autorizzati e 46 organismi di controllo. Nel 2020 raggiunge i 7,3 miliardi di euro di valore alla produzione per un -3,8% in un anno e con un trend del +29% dal 2010. Stabile il valore al consumo a 15,2 miliardi di euro per un andamento del +34% sul 2010. Prosegue anche nel 2020 la crescita dell’export che raggiunge i 3,9 miliardi di euro per un +1,6% su base annua con un dato che dal 2010 è più che raddoppiato (+104%). Mercati principali si confermano Germania (770 mln €), Usa (647 mln €), Francia (520 mln €) e Regno Unito (268 mln €).

Il vitivinicolo Dop Igp coinvolge più di 113 mila operatori, 121 Consorzi e 12 organismi di controllo. Nel 2020 registra 24,3 milioni di ettolitri di vino IG imbottigliato (+1,7% in un anno), con le DOP che rappresentano il 68% della produzione e le IGP il 32%. Il valore della produzione sfusa di vini IG è di 3,2 miliardi di euro, mentre all’imbottigliato è 9,3 miliardi di euro (-0,6%) con le DOP che ricoprono un peso economico pari all’81%. L’export raggiunge 5,6 miliardi di euro, per un -1,3% su base annua e un trend del +71% dal 2010; risentono degli effetti della pandemia soprattutto i mercati extra-UE (-4,3%), mentre cresce l’export in UE (+4,1%) con incrementi a doppia cifra per i Paesi scandinavi e del Nord Europa.

A conclusione della presentazione è intervenuto il ministro Stefano Patuanelli: “A livello europeo è evidente una propulsione verso l’omologazione della produzione agricola, inaccettabile per i modelli italiani che si basano su 841 prodotti di eccellenza diversi tra loro. Proprio per questo è necessario promuovere e stringere alleanze a partire dalla Francia e dalla Spagna per contrastare questa deriva”. Patuanelli si è poi soffermato sulla revisione del quadro normativo dell’etichettatura e su quello del regolamento DOP e IGP, che saranno al centro delle politiche comunitarie del 2022, sottolineando come sia necessario “lavorare per rafforzare le tutele e disinnescare le insidie che possono celarsi dietro il tentativo di trasferire l’intero capitolo della qualità alimentare all’ufficio per la proprietà intellettuale”. Il ministro ha poi posto in risalto il fatto che è necessario continuare a salvaguardare e tutelare l’intero settore produttivo dai rischi che potrebbe generare l’omologazione alimentari, ma anche i sistemi di etichettatura fuorvianti come il Nutriscore e le fake news, i tentativi di imitazione.

“E’ paradossale che il dibattito sul Nutriscore, che ha visto recentemente la posizione di diversi Paesi cambiare, si scontri poi con le proposte di aggiungere addirittura un ‘bollino nero’ con la lettera F sul vino e sui prodotti alcolici. Dietro al sistema di etichettatura Nutriscore ci sono tentativi di omologazione nascosti. I cittadini vogliono essere più informati, non solo sugli aspetti nutrizionali ma anche su come quel prodotto è realizzato”, ha concluso Patuanelli.

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