Cna Ristorazione: le misure per salvare un settore in ginocchio

Proroga dell’esenzione della Tosap/Cosap almeno fino a giugno e reintroduzione dei voucher. Diffusione dei dati sul Covid su base settimanale per ridurre il clima d’incertezza e sostegno alla formazione qualificata. Transazione fiscale e moratoria sui rifiuti. Istituzione del credito d’imposta per i prodotti alimentari e, ultimo solo in ordine di elencazione, un pacchetto di interventi strutturali per il settore eventi, attività praticamente ferme che rischiano la chiusura in blocco.

Queste proposte per la ristorazione sono state portate al Tavolo convocato su richiesta di Cna dal vice ministro dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin, alla presenza dei presidenti delle commissioni Industria della Camera e del Senato, Martina Nardi e Pietro Girotto. A girare alle istituzioni è stato il presidente della Ristorazione Cna, Giovanni Genovesio. Il tavolo si è reso necessario visto il prolungarsi della situazione di emergenza pandemica che sta mettendo in crisi un comparto cruciale, costituto da 1.447.352 imprese (solo un quarto società di capitali), con più di 4 milioni di addetti e una media per azienda di 3,1 lavoratori. La filiera agroalimentare italiana, da sola, rappresenta quasi il 9 per cento del Pil. Le imprese di produzione e di trasformazione alimentare e delle bevande sono 70 mila circa, per il 56 per cento artigiane.

Genovesio, nel suo intervento, ha fatto sapere come la Cna voglia concertare, con tutti gli attori del settore, una strategia per superare l’attuale situazione, dovuta e un evento eccezionale quale è il covid: “Questi sono mesi importanti per l’intero settore – ha sottolineato il presidente di Cna Ristorazione – ed è opportuno guardare al futuro immaginando nuovi scenari”.

Il 25 per cento dei ristoranti aperti in Italia chiude entro un anno dall’inaugurazione, il 50 per cento nell’arco dei primi tre anni di vita, il 57 per cento non arriva a 5 anni. Il covid accelera questo processo. Bisogna dunque intervenire sul mercato del lavoro, garantendo una formazione professionale adeguata alle nuove esigenze, utilizzando magari i fondi del Piano nazionale di rilancio e di resilienza. Servono poi interventi strutturali per le attività di organizzazione di feste e cerimonie, wedding, hotellerie, ristorazione, catering. Tutte attività ferma da molti mesi e che rischiano la chiusura definitiva. Il Dl Sostegni Ter non è sufficiente. C’è poi la paura per un’altra ondata di covid che provocherebbe ulteriori perdite e che porterebbe a numerose chiusure. È indispensabile il supporto delle istituzioni con sgravi fiscali e posticipazione degli adempimenti.

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