Cortocircuito causato dal caro energia sulle materie prime del settore agricolo italiano. Lo fa sapere Coldiretti dopo il record raggiunto dai prezzi delle materie prime alimentari a livello mondiale, nel 2022, sulla base dell’indice Fao di gennaio, salito a 135,7 punti. Sono gli effetti di accaparramenti, speculazioni e tensioni internazionali con la Cina: entro metà 2022, si sarà presa il 69 per cento delle riserve mondiali di mais per alimentare il bestiame, il 60 per cento del riso e il 51 per cento del grano alla base dell’alimentazione dell’essere umano. Il che porterà a forti aumenti dei prezzi e a carestie, secondo le analisi di Nikkei Asia su dati del dipartimento americano dell’agricoltura (Usda).
In Italia, abbiamo poi un altro problema: i soldi che vanno ad agricoltori e allevatori non coprono neanche i costi di produzione. Il balzo in avanti dei costi energetici si trasferisce sui bilanci delle imprese, che non riescono a praticare aumenti che compensino il progredire dei costi.
“Molte imprese agricole in Italia – denuncia Coldiretti – stanno vendendo sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali”. “Con l’avvio delle operazioni colturali gli agricoltori – spiega la Coldiretti – sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione”.
“Inoltre – continua Coldiretti – l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%)”. L’aumento del costo dell’energia incide sul riscaldamento delle serre, ma aumentano anche i costi per la pesca, con i pescherecci costretti a restare ormeggiati. E ancora: il costo dell’energia si abbatte sul prezzo degli imballaggi, che vanno a incidere su confezioni di latte, bottiglie per olio, succhi e passate, retine per gli agrumi e barattoli smaltati per i legumi.
“Serve un deciso intervento per contenere la bolletta energetica nelle campagne e garantire continuità della produzione agricola ed alimentare” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che occorre anche “responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle. ll Pnrr – conclude Prandini – è fondamentale per affrontare le sfide della transizione energetica e digitale e noi siamo pronti per rendere l’agricoltura protagonista utilizzando al meglio gli oltre 6 miliardi di euro a disposizione per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”.