Nocciola di Giffoni Igp: si espande la coltura nella zona

Si espande la coltura della nocciola intorno ai Monti Picentini, dove nasce quella di Giffoni, in provincia di Salerno, tutelata dal Consorzio Igp, il cui presidente è Gerardo Alfani: “Le superfici dedicate ai noccioli stanno aumentando – dichiara a Ifn – così come crescono i produttori che aderiscono al Consorzio di Tutela Nocciola di Giffoni Igp. Il punto è che altre colture che un tempo arricchivano il nostro territorio, come le pere, sono diventate meno redditizie e poco appetibili. Da qui la decisione di investire sui noccioleti”. Chi ha deciso per la riconversione, sta venendo ripagato perché la nocciola non conosce stagioni: “C’è sicuramente un picco durante le festività natalizie – continua Alfani – ma i contratti di commercializzazione prevedono consegne durante tutto l’anno”.

A causa di vari motivi, l’ultima produzione non è andata molto bene. “La stagione che ci siamo appena lasciati alle spalle è stata scarsa, anche se le vendite hanno comunque dato soddisfazioni. L’anno prima la produzione era stata estremamente ricca e questo ha determinato una successiva scarsa differenziazione di amenti maschili con poco polline al momento dell’impollinazione. In più, si sono aggiunte gelate tardive e la siccità estiva. Si sono combinate diverse avversità che hanno provocato dal 10 fino al 70% in meno di produzione, ma per la stagione che verrà ci sembra molto rosea e speriamo che si regolarizzi per il futuro”.

Il Consorzio Tutela Nocciola Giffoni Igp è nato nel 2010 e riunisce 140 soci: agricoltori, confezionatori e cooperative. La produzione è intorno ai 15 mila quintali l’anno per un migliaio di ettari, divisi in 12 Comuni. Tra le iniziative messe in atto c’è la garanzia del prezzo minimo ai produttori e la costituzione di un distretto agroalimentare di qualità della nocciola di Giffoni in attesa di approvazione da parte della regione Campania.

Il consumo è prevalentemente non trasformato. “Sul territorio siamo carenti dal punto di vista della trasformazione – continua il presidente Alfani – Gli impianti sono modesti e quindi la lavorazione avviene prevalentemente fuori, ma grazie al distretto agroalimentare di qualità potremmo intercettare i fondi del Pnrr per sviluppare gli impianti, modernizzare le fasi di produzione e raccolta, e continuare a valorizzare e promuovere la corilicoltura”.

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