Olio Garda Dop: rischia di scomparire

Doccia fredda per i 470 soci del Consorzio di tutela dell’olio extravergine d’oliva Garda Dop quando è stato letto il Decreto del ministero del 23 novembre del 2021 sui criteri e le modalità di utilizzazione del Fondo per lo sviluppo e il sostegno della filiera olivicola-olearia. Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n.5 dell’8 gennaio 2022, esclude di fatto la maggior parte dei produttori di olio Garda Dop dai contributi (30 milioni di euro per investimenti e ammodernamenti degli impianti).

Di queste risorse potranno beneficiare esclusivamente “i produttori olivicoli associati a organizzazioni di produttori riconosciute e con una superficie minima interessata pari a 2ha”. “Una scelta – sottolinea la presidente del Consorzio, Laura Turri – che a noi produttori appare in contrasto con gli obiettivi del D.M. e con il ruolo stesso del Consorzio di Tutela che, come riconosciuto dallo stesso Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è quello di tutelare e promuovere il prodotto Garda DOP ma anche assistere i soci nel perseguire la qualità dell’olio e la sostenibilità della filiera di cui facciamo parte».

Altro tema fondamentale è l’ammissibilità al contributo solo per le aziende la cui superficie a oliveto sia pari o superiore a 2 ha, limite che, per il Garda DOP, vuol dire non concedere aiuti ad oltre l’80% degli olivicoltori.

“In questo l’olivicoltura del Garda è molto più simile ad altri settori – prosegue la presidente Turri – ad esempio al comparto del vino, dove spesso le produzioni più blasonate provengono da piccole particelle di territorio, come nel caso della menzione “Vigna” per l’Amarone della Valpolicella DOCG o “Rive” nel Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene DOCG. Ma, se nel settore enologico i sostegni vengono erogati anche a chi possiede piccolissimi appezzamenti di vigneto, salvaguardando così produzioni storiche e di nicchia, non altrettanto avviene per la filiera olivicola-olearia; anzi, come sottolineato nel Decreto, il Ministero preferisce dare priorità agli investimenti nelle aree di maggiore superficie e caratterizzate da una grande densità. Purtroppo, questo significa non tenere conto della particolarità del nostro territorio, la cui morfologia non consente l’ampliamento degli uliveti”.

Eppure, proprio la particolare conformazioni, tra montagne e lago, a dare l’altissima qualità del prodotto (l’olio Garda Dop è tra le prime dieci Dop olivicole italiane) e a disegnare i confini degli oliveti, con conseguente parcellizzazione delle produzioni. La superficie totale iscritta alla denominazione è di 793 ha ed è distribuita tra 549 olivicoltori. “Paradossalmente, è proprio questa particolare struttura geografica ad escluderci dai sostegni economici destinati alla filiera di cui facciamo parte»” chiosa la presidente.

“Viviamo una situazione di totale incertezza – prosegue Turri – che i soci del nostro consorzio non potranno sostenere a lungo senza aiuti economici, causando il definitivo abbandono degli oliveti”. Abbandono che creerebbe anche un danno al patrimonio paesaggistico del Garda.

“Come Consorzio di Tutela dell’olio Garda DOP, auspichiamo che questo nostro grido di aiuto sia ascoltato da chi potrà trovare soluzioni e risorse da destinare al sostegno dei nostri olivicoltori che coltivano e proteggono gli olivi del Garda, nonostante un risultato economico sempre meno soddisfacente. – conclude la presidente Turri – L’alternativa sarà la scomparsa dell’olivicoltura gardesana e, con essa, la perdita di un patrimonio di cultura, storia, tradizioni, valori e biodiversità di cui noi produttori siamo, oramai, gli ultimi custodi”.

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