Coldiretti Como Lecco: cresce il food delivery

Cresce, nelle province di Lecco e di Como, il food delivery. Naturale aspettarselo visto il ritorno dello smart working e delle reclusioni a casa a causa del covid e delle quarantene.

“Soprattutto in questo periodo, i lavoratori delle piattaforme digitali garantiscono la consegna dei pasti a domicilio ai consumatori che non possono uscire da casa tra coloro che sono contagiati e sono in isolamento e quanti hanno avuto contatti a rischio, per un fatturato del food delivery che ha raggiunto in Italia il valore record di 1,5 miliardi nel 2021” sottolinea il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi citando i dati diffusi dallo studio Inapp secondo il quale è impiegato nella consegna dei pasti ben il 36,2% delle 570.521 persone che offrono la loro prestazione lavorativa tramite le piattaforme digitali.

Sono tanti coloro che preferiscono non mangiare insieme per evitare di contagiarsi. Così come coloro che organizzano pranzi e cena a casa non avendo il green pass e non potendo quindi consumare in bar e ristoranti. Il settore del food delivery era stato in forte ascesa già nel 2021.

Secondo l’Osservatorio nazionale sul mercato del cibo a domicilio il settore del digital food delivery ha registrato una crescita del 59% rispetto al 2020, guidata da un lato dall’evoluzione tecnologica, dall’altro dall’accelerazione dovuta all’emergenza pandemica. Si è così accesa una forte competizione tra le diverse piattaforme, con offerte gratuite di trasporto, promozioni e ribassi, che rischiano di riverberarsi su tutta la filiera, dal personale ai conti dei ristoratori fino ai fornitori di prodotti.

Il 38,1 per cento dei consumatori però non ci sta e ritiene prioritario migliorare i diritti del lavoro dei riderss. secondo lo studio Coldiretti/Censis. Il 28 per cento richiama l’esigenza di una maggiore sicurezza dei prodotti durante il trasporto, evitando ogni contaminazione. C’è poi un 25,3 per cento che chiede alle piattaforme web di promuovere la qualità dei prodotti e degli ingredienti che offrono nei menù. Infine, un 17,7 per cento vorrebbe che migliorasse l’utilizzo dei prodotti tipici e dei fornitori locali.

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