Confagricoltura Umbria: prezzo del latte, parere non sfavorevole da Garante concorrenza

La luce in fondo al tunnel per la grave crisi economica che da più di un anno sta colpendo il settore de latte, con aumenti dei costi delle materie prime, di energia e gasolio a cui non è corrisposto l’aumento del prezzo del latte alla stalla. È arrivato il parere non sfavorevole da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato a proposito del Protocollo d’intesa della filiera lattiero-casearia, firmato lo scorso 9 novembre, per salvaguardare gli allevamenti italiani.

“Il parere dell’Autorità – spiega Matteo Pennacchi, presidente Sezione di prodotto Zootecnia Confagricoltura Umbria – sottolinea che il Protocollo è finalizzato a sostenere ‘transitoriamente il reddito degli allevatori in una situazione di effettiva emergenza e di forte impennata dei prezzi degli input produttivi’”.

“E’ ora necessario che tutte le parti interessate – prosegue Pennacchi – diano rapida attuazione all’intesa raggiunta, allo scopo di dare respiro agli allevatori. Per il futuro del settore l’Autorità garante ha auspicato la messa a punto di strumenti di tutela del comparto agricolo e dell’intera filiera che non disincentivino la competizione sull’efficienza e non inibiscano il virtuoso processo di concentrazione degli allevatori”.

Il risultato è stato raggiunto dopo mesi di incontri al Tavolo permanente del settore lattiero-caseario, costituito con il decreto del ministro dell’Agricoltura Patuanelli. “Il Protocollo d’intesa stilato – ricorda Pennacchi – riguarda gli acquisti di latte destinato alla produzione di latte UHT, latte fresco, yogurt, formaggi freschi e semi-stagionati ottenuti per intero da prodotto italiano e prevede un ‘premio di emergenza’ che andrà a tamponare, almeno in parte, le ingenti somme di denaro perse dagli allevatori negli ultimi periodi”.

“Il parere “non sfavorevole” dell’AGCM – conclude Pennacchi – apre la strada alla attuazione del protocollo e supera gli ultimi residui dubbi che erano stati paventati in ordine alla possibilità di operare con il trasferimento del contributo sino a 3 più 1cent/litro erogato dalla GDO e, se del caso, dalle imprese di trasformazione”.

La strada della giusta remunerazione è comunque ancora lunga. Il traguardo raggiunto va considerato solo un punto di partenza. Nel rispetto del principio europeo di contrasto alle pratiche sleali, che in Italia è diventato da poco legge, è opportuno che la filiera, con le istituzioni quali garanti, si impegni ad adottare contratti di fornitura che facciano arrivare al produttore un prezzo o un ristorno nel caso di cooperative sempre maggiore dei costi di produzione. Qui potrebbe entrare in scena l’Ismea, calcolando i costi di produzione di tutte le fasi della filiera. Vanno poi coinvolti tutti gli attori della distribuzione e, a livello locale, può giocare un ruolo permanente il tavolo regionale che l’Assessore ha attivato.

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