Etichette cibo: il Nutrinform italiano batte il Nutriscore francese

Nutrinform, sistema di etichettatura a batteria dei prodotti alimentari proposto dall’Italia, ha punteggi simili a quelli dell’etichetta attualmente utilizzato nel nostro Paese. E si dimostra un sistema che piace al consumatore, ma non solo da noi. Anche dai canadesi (indice di gradimento 102) e dai russi (71). Pure l’etichetta nutrizionale attuale viene ben vista dai canadesi (con punteggio pari a 110) e dai russi (81). Il Nutriscore, invece, la cosiddetta etichetta a semaforo, è il sistema meno apprezzato (in Italia l’indice negativo è pari a 109, in Canada a 94); sono da escludere, in questa classifica di gradimento, Germania e Spagna (indice 35 e 6).

Questi numeri arrivano dall’indagine ‘Le etichette fronte pacco in 7 Paesi: Nutriscore VS Nutrinform), curata dall’Osservatorio Waste Watcher International, diretto a Andrea Segrè, monitorata con Ipsos, Università di Bologna e campagna Spreco Zero, in sinergia con Agrinsieme, Federalimentare, Federdistribuzione e Unioncamere.

Il campione statistico è rappresentato da 7 mila persone di Stati Uniti, Russia, Canada, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia. L’indagine è stata presentata dal direttore scientifico dell’Osservatorio e professore dell’Università di Bologna, Andrea Segrè; il dibattito che è seguito ha visto confrontarsi, alla presenza del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, il direttore scientifico di Ipsos Enzo Risso, il co-presidente del coordinamento di Agrinsieme Franco Verrascina, il direttore generale di Federalimentare Nicola Calzolaro e il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli.

Sono state prese in esame tre etichette fronte pacco: quella attualmente in uso (l’indicazione delle quantità dei valori nutrizionali), il sistema Nutrinform proposto dal nostro Paese (l’indicazione dell’apporto percentuale di grassi, zuccheri e sali rispetto all’assunzione quotidiana raccomandata), e il sistema Nutriscore, in uso in Francia (a ogni alimento si associa un colore che ne indica il grado di salubrità). L’indagine è stata fatta seguendo il metodo Cawi (Computer Assisted Web Interviewing).

Il Nutrinform viene incontro ai consumatori che vogliono chiarezza, semplicità, utilità, consapevolezza d’acquisto e completezza di informazione. In Italia, ottiene 23 punti in più del Nutriscore per l’utilità, 15 per l’informazione, 13 per completezza e chiarezza, 12 per la consapevolezza. In Spagna 7 punti in più per la chiarezza, 6 per informatività e utilità, 2 per facilità e consapevolezza. In Germania 6 per completezza, 2 per facilità, 1 per utilità e per informatività). Nel Regno Unito 19 per consapevolezza, 13 per informatività e completezza, 8 per utilità e facilità, 6 per chiarezza. Negli Stati Uniti 7 per completezza, 6 per informatività, consapevolezza, utilità e chiarezza. In Canada 18 per informatività, 17 per completezza e utilità, 14 per consapevolezza e chiarezza, 13 per facilità. In Russia 14 per utilità, 13 per completezza, 12 per consapevolezza, informatività, chiarezza e facilità.

In media, il 36 per cento degli intervistati ha fatto sapere che apprezzerebbe più informazioni sulla qualità dei singoli ingredienti, il 49 per cento vorrebbe più informazioni sulla loro provenienza (il 58 per cento in Italia e Germania). Il 53 per cento chiede più informazioni nutrizionali, il 51 per cento sugli ingredienti in grado di causare allergie. In Nord America e in Russia c’è meno interesse per la sostenibilità e l’impatto che il cibo può avere sull’ambiente, così come le conseguenze che gli alimenti possono avere sulla propria salute.

Informazioni ed etichette nutrizionali vanno poi a influenzare le scelte del consumatore. Il 75 per cento di chi ha risposto dice di utilizzare l’etichetta nel processo decisionale e di acquisto, in Italia arriviamo al 78 per cento, in Spagna al 77 per cento. Più contenuta negli Usa e in Russia, dove non scende comunque sotto al 70 per cento.

Parlando del Nutriscore, un 40 per cento di intervistati fa sapere che cambierebbe le proprie abitudini alimentari a seconda dei colori apposti sulle etichette, arrivando a ridurre i consumi di olio Evo se il colore del semaforo fosse giallo-arancione, o di Parmigiano Reggiano. Un pericoloso legame, dunque, tra questo sistema di etichettatura e la salute alimentare. Soprattutto per chi ha scarsa educazione nel campo alimentare.

“Uno spettro si aggira fra gli scaffali dei supermercati: è l’etichettatura a semaforo sui prodotti che acquistiamo per mangiare”, commenta l’agroeconomista Andrea Segrè, direttore scientifico del Waste Watcher International-Università di Bologna. “Uno spettro – prosegue – che presto potrebbe materializzarsi condizionando il consumatore ai colori che danno il via libera all’acquisto: dal verde al rosso. È il cosiddetto Nutriscore, sistema ideato dai francesi, ma in voga nei Paesi anglosassoni, con un algoritmo che si traduce nei colori che frenano, il rosso e l’arancio, o che, come il verde, incoraggiano l’acquisto. Peccato che questo algoritmo risulti ‘premiante’ per alimenti come la pizza surgelata o le patatine fritte e scoraggi al consumo di prodotti cardine della dieta mediterranea e degli stili nutrizionali sani, come l’olio extra vergine di oliva o il parmigiano, ovviamente fruiti nelle corrette quantità”.

“Dall’indagine cWaste Watcher, volendo fare una sintesi calcistica, le ‘batterie’ Nutrinform sviluppate in Italia, un sistema di etichettatura che si basa invece su specifiche come le porzioni e percentuali dei nutrienti, vincono 5 a 0 sul Nutriscore, anche nei Paesi dove esiste la tradizione dei semafori. Lo abbiamo verificato attraverso un Net Performance Index, che ha misurato l’apprezzamento da parte del consumatore di ciascuna etichetta, in base a chiarezza, esaustività, facilità e utilità di consultazione, capacità di informare e produrre consapevolezza. Come sappiamo entro il prossimo semestre la Commissione europea dovrà esprimersi su un’etichettatura nutrizionale armonizzata nei Paesi europei. Importante, dunque, il nostro studio dove è chiaro – conclude Segrè – il parere dei consumatori: lasciamo a casa i semafori, premiamo l’acceleratore per una corretta informazione, privilegiamo porzioni equilibrate e combinazioni di alimenti appropriate, sosteniamo la Dieta Mediterranea!”.

“I rilevanti contenuti del rapporto presentato oggi – afferma Franco Verrascina, presidente della Copagri e copresidente del coordinamento di Agrinsieme – ci aiutano a guardare con maggiore chiarezza e obiettività all’acceso dibattito in atto da mesi, a livello comunitario ma anche nazionale, sulle etichette alimentari, mettendo in evidenza due aspetti fondamentali della questione: il primo è che i consumatori sono molto attenti alle informazioni nutrizionali sui prodotti agroalimentari, tanto che vorrebbero avere a disposizione maggiori dettagli sulla qualità e sulla provenienza degli alimenti; il secondo, complementare a quello poc’anzi citato, è che proprio per tale ragione i cittadini orientano le loro scelte di acquisto in base alle informazioni delle etichette nutrizionali, tenendo in grande considerazione il valore salutistico”.

“Da tutto ciò – osserva – si evince quanto sia importante avere un sistema di etichette, come ad esempio quello a batteria proposto dal nostro Paese, che sia allo stesso tempo puntuale e preciso, ma anche chiaro e di immediata comprensione, che non si limiti ad associare un colore a ciascun alimento, ma che al contrario vada ad accogliere le richieste dei consumatori per una maggiore e più ampia informazione”.

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