Il sistema Italia dopo un anno e mezzo di grande difficoltà ha imboccato in maniera decisa la strada della ripresa. Il nostro Paese sembra sia tornato ad avere un ruolo di locomotiva nell’Unione Europea come non accadeva dagli anni 80, ma le insidie sono dietro l’angolo: rincaro delle materie prime e dell’energia in primis.
“L’Umbria è di fronte ad un bivio cruciale – dichiara il presidente regionale di Confcooperative Carlo Di Somma – La nostra regione sconta dei ritardi ultra decennali sul fronte del completamento e della manutenzione delle infrastrutture viarie che hanno avuto inevitabili ripercussioni sullo sviluppo imprenditoriale: sarà decisivo mettere a terra le risorse del Pnrr e quelle legate alla ricostruzione dell’area del cratere del terremoto per proiettare il sistema imprenditoriale umbro in una fase di ripresa stabile e duratura”.
“Abbiamo avuto modo di condividere in termini positivi con l’assessore Melasecche il nostro punto di vista sul cosiddetto nodino così come sui collegamenti trasversali sull’asse tirreno-adriatico ed il rafforzamento della rete ferroviaria. Sono tutte opere che farebbero della nostra regione un crocevia per l’intero sistema viario nazionale – dichiara il segretario regionale Lorenzo Mariani – Come tali sono pertanto lavori che vanno fatti e vanno fatti subito in quanto opere non solo strategiche, ma di civiltà”. “Purtroppo anche come cittadini ci siamo abituati a tale arretramento del sistema viario regionale ma in questo momento sono necessarie scelte che vanno prese perché avranno inevitabili conseguenze sulla competitività del sistema umbro per le future generazioni”.
Se il Pil è tornato a volare e se le agenzie internazionali stanno rivedendo in meglio il rating del nostro paese non poche sono però le insidie.
“Le materie prime così come l’energia hanno subito in pochi mesi dei rincari imprevedibili che stanno mettendo in seria difficoltà le imprese – dichiara il presidente della Cooperativa Carpenterie Metalliche Umbre Paolo Rossi Rossini – La nostra Cooperativa si occupa principalmente di carpenteria pesante per grandi opere viarie e quindi di grandi appalti di livello nazionale ed oggi andare a rivedere i contratti anche dopo quello che sta succedendo è cosa assai difficile se non impossibile da ottenere. I ristori statali per far fronte a questo shock sono stati prevedibilmente insufficienti ed urge pertanto l’adeguamento dei preziari, l’aggancio degli stessi all’andamento Istat oltre che un sistema del credito più reattivo ed al fianco delle imprese per far fronte a queste emergenze”.
Sulla crescita sta sicuramente incidendo positivamente ed in maniera rilevante il comparto edile per effetto del Superbonus 110%. “L’edilizia con il +17,6% sta sicuramente spingendo straordinariamente il Pil nazionale – dichiara Andrea Bagaglia della Cooperativa Teknoconsul, specializzata in progettazione di impiantistica ed altro – Il Superbonus è una misura comprensibilmente assai costosa per le casse statali e in alcun casi sta evidenziando anche storture a comportamenti non leciti. Se è auspicabile ma sicuramente improbabile la sua proroga oltre il 2022 nonostante le incertezze burocratiche che stanno frenando le opere, sono convinto che vadano studiate fin da ora misure incentivanti ed innovative per le imprese del comparto e sostenibili per il bilancio dello Stato”.
“Rispetto alla crisi energetica le nostre previsioni non lasciano intravedere spiragli granché positivi per il 2022 – conclude Lorenzo Mariani – l’incremento del 450% dei prezzi della borsa elettrica su base annua stenterà ad essere riassorbito ed anche quando finiranno le speculazioni e gli scenari internazionali si rassereneranno non si tornerà strutturalmente ai valori del 2019: è questo il prezzo della transizione verde. Le imprese si stanno già adeguando riprogrammando, ove possibile, i processi produttivi, in ogni caso è ragionevole pensare che questi incrementi ricadranno sui consumatori finali per effetto di una maggiorazione dei prezzi dei prodotti finiti al banco”.