Confcommercio: con inflazione al 4%, -5,3 miliardi di consumi

L’Ufficio studi di Confcommercio parla apertamente di rischio inflazione sul Natale. Con l’aumento dei prezzi del 3 per cento, si perderebbero 2,7 miliardi di euro di consumi in un periodo in cui tutto il comparto del commercio spera negli acquisti. Ma attenzione, se l’inflazione dovesse arrivare al 4 per cento, i miliardi di euro di consumi andati in fumo diventerebbero 5,3. Il caro vita rischia poi di condizionare la ripresa economica del 2022.

In entrambe le simulazioni di Confcommercio, tre quarti della perdita deriverebbero da una riduzione del potere d’acquisto del reddito disponibile, il resto dall’erosione della ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida. Su questa riduzione, si innesta poi l’aumento del prezzo dell’energia, già finito sulle bollette di luce e gas. Crescendo le spese obbligate, nelle famiglie diminuisce la possibilità di effettuare spese al consumo (quelle comprimibili e rimandabili).

L’inflazione, da giugno a ottobre è passata da +1,3 a +2,9 per cento (+123 per cento). Confcommercio chiede dunque al Governo di intervenire urgentemente su luce, gas e benzina, senza i quali l’inflazione annua di ottobre calerebbe dal 2,9 all’1,1 per cento. “Bisogna eliminare subito le accise e le addizionali regionali del gas, mentre vanno ridotte di almeno 20 cent quelle dei carburanti, pari attualmente a 73 cent (72,84) al litro per la benzina e a 62 cent (61,74) per il gasolio. Riportando così i prezzi a livelli ragionevoli, quelli di marzo 2021”.

Exit mobile version