Lavoro: aumentano le dimissioni

Aumento delle dimissioni dal lavoro, in Italia, in particolare tra i mesi di aprile e di giugno. I dati del secondo trimestre del 2021 sono stati pubblicati dal ministero del Lavoro. Si nota una crescita delle cessazioni pari al 43,7 per cento, ma anche un numero di attivazioni del +64,5 per cento. In questo modo, l’aumento dei lavoratori cessati (+27,9 per cento) è comunque inferiore a quello degli attivati (+48,8 per cento).

Dicevamo che il momento critico è stato tra i mesi di aprile e di giugno, quando ci sono state 2 milioni 587 mila chiusure di rapporti di lavoro, vale a dire +786 mila unità rispetto allo stesso trimestre del 2020. Tasso di variazione superiore al Centro (+69,1 per cento, pari a +275 mila) rispetto al Nord (+39,3 per cento, +298 mila) e al Sud (+33,2 per cento, +213 mila).

Sui 2 milioni e mezzo di rapporti cessati, 484 mila sono state le dimissioni, 292 mila da parte degli uomini e 191 mila da parte delle donne. L’aumento delle dimissioni, rispetto al trimestre precedente, è del 37 per cento, ma rispetto allo stesso trimestre del 2020 è addirittura dell’85 per cento. Secondo La Voce, questo aumento potrebbe essere figlio dei tanti mesi in cui il mercato del lavoro è rimasto immobile. Se il fenomeno invece dovesse durare a lungo, potremmo essere di fronte a un ricollocamento della forza lavoro, con lavoratori che si spostano da un settore all’altro, da uno in crisi a uno in crescita.

Le nuove attivazioni di lavoro, nello stesso trimestre, sono state 2 milioni e 932 mila. Considerando le trasformazioni in contratti a tempo indeterminato, pari a 143 mila, arriviamo a 3 milioni e 74 mila, +61,1 pere cento, quindi 1 milione e 166 mila attivazioni in più rispetto allo stesso periodo del 2020. L’aumento delle attivazioni vede al primo posto il Centro (+90,9 per cento), poi il Nord (+67,9 per cento) e il Mezzogiorno (+38,8 per cento). Crescita superiore per la componente femminile su tutto il territorio italiano.

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