L’Umbria riprende a ballare (al 50%), Piersanti (Confesercenti Terni): “Le strutture più piccole soffriranno ancora”

Anche in Umbria, da oggi, discoteche e sale da ballo al chiuso possono riaprire al 50 per cento della capienza. Giuliano Granocchia, presidente di Confesercenti Umbria, commenta: “Il giudizio è positivo, dal 35 che doveva essere inizialmente si è passati al 50 per cento, anche grazie al lavoro della nostra Associazione e alla capacità di ascolto da parte del Governo”. Ciò non toglie che restino sulla pista diversi problemi: “Il dato è ancora molto preoccupante, soprattutto per le strutture più piccole, che rischiano di non avere numeri sufficienti per rendere economicamente sostenibili le riaperture; in seconda istanza, c’è ancora grande incertezza. Noi ci auguriamo che la campagna vaccinale prosegua come ora, cioè molto bene, ma se una regione diventasse gialla, le uniche a chiudere di nuovo sarebbero le discoteche e a quel punto le ricadute sarebbero pesanti”.

Granocchia sintetizza chiudendo: “Ci auguriamo che in futuro il Governo possa dare un giudizio positivo aumentando la capienza, ci sono però ancora aree di forte incertezza e criticità”.

La parola passa poi a Francesco Piersanti, referente per la provincia di Terni di Confesercenti, settore ballo. “L’apertura al 50 per cento non crea problemi ai locali più grandi; logicamente, si diminuiscono e si ridimensionano un po’ gli spettacoli nazionali. Avranno problemi maggiori le discoteche da 300-400 persone al massimo, che già prima erano in difficoltà e che ora magari non rientreranno delle spese potendo accogliere al massimo 150-200 persone, compreso il personale”.

Guai però a essere delusi: “Questo è già un grande passo avanti dopo due anni passati in questo modo, anche perché gli aiuti sono stati miseri. Come Associazione, chiediamo di arrivare nel più breve tempo possibile alla capienza totale. Anche perché, se entriamo tutti con green pass e mascherina, la capienza al 50 per cento non ha ragione di esistere. Certo, poi, la serietà del locale sta nel far entrare solo queste persone, non la massa non vaccinata”.

I ristori, le spese: “A Terni, il Comune ha continuato a fare pagare la tassa dei rifiuti e della pubblicità anche se si era completamente chiusi. E di aiuti non ne ha concessi. Gli unici che sono arrivati sono quelli del Governo, scarsi”.

Apriranno tutti? “Le sale liscio linea di massima sì. Le discoteche, non lo so. In ogni caso è una scommessa perché tante persone ancora hanno paura, non so che affluenza potremo avere. Speriamo bene perché noi viviamo di questo lavoro”.

La beffa è che il Governo parli anche di discoteche all’aperto (capienza al 75 per cento) proprio ora che è finita la stagione estiva: “E si è persa un’altra stagione. Lo Stato ha voluto fare vedere che si prodiga. Di stagioni perse ne abbiamo perso due, e la terza dipenderà da come andrà la campagna vaccinale. C’è la paura che ci facciano fare la ristrutturazione perché, dopo due anni, per riaprire è scontato che si ristrutturi, e che poi magari si debba chiudere di nuovo perché la regione diventa gialla dopo che già siamo stati gli ultimi a riaprire”. Sarebbero altre spese di cui non si rientrerebbe. L’Umbria riprende a ballare oggi, ma il cielo non è ancora completamente sgombro dalle nuvole.

Exit mobile version