Scatolini, Aprol Umbria: “Abbiamo ancora l’olio vecchio”

La stagione dell’olio in Umbria. A parlarne, con i numeri, è Giulio Scatolini, esperto di analisi sensoriale di Aprol Umbria e responsabile della guida degli oli Gambero Rosso. “Partiamo con il consuntivo della stagione 2020-2021: sono stati prodotti 570.072 quintali di olive, che hanno reso per 69.601 quintali di olio, con una resa di 12,2 chili di olio per quintale di olive, si tratta di una resa molto bassa. Nel 2019-2020, invece, erano stati prodotti 265.900 quintali di olive e 38.350 quintali di olio, con una resa di 14,4 chili, media, direi giusta. Se anche quest’anno fossero 14,4 chili di olio, arriveremmo a 81.184 quintali di olio”.

Aggiunge Scatolini: “I 69.601 quintali di olio hanno messo un po’ in crisi il commercio perché c’è stata una certa eccedenza, abbiamo ancora l’olio vecchio oggi. Anche se, con le vendite dell’ultimo periodo, a turisti tra luglio e agosto, un po’ ne è stato liberato, ma ne resta sempre un po’ in eccesso”. C’è un rischio: “Ora vogliono fare nuovi impianti, ma questa cosa deve essere fatta in modo razionale, altrimenti ci ritroveremo con altre eccedenze. I nuovi impianti non devono essere troppi, e bisogna fare attenzione a non stravolgere il disciplinare perché non è questo che deve adeguarsi agli olivocoltori, ma viceversa. Faccio un esempio: nella zona della Xylella le piante resistenti ormai sono chiamate piante Xylella e non andrebbero messe anche da noi, molti buyer internazionali infatti non vogliono questo olio perché hanno paura che sia stato contaminato dalla malattia”.

Ancora Scatolini, questa volta sui soldi per chi produce olio, questione toccata ampiamente anche l’anno scorso: “Ci sono città come Trevi, Spoleto e Assisi dove gli olivocoltori devono prendere qualche soldo visto che producono in zone così svantaggiate. Oltre ad avere i finanziamenti per la comunicazione, questi olivocoltori eroici devono guadagnare qualcosa in più perché contribuiscono al mantenimento del paesaggio e al turismo”.

Eccoci quindi dell’annata attuale: “Si parla di una campagna media, con numeri vicini a quelli di due anni fa. L’alta temperatura ha impedito l’attacco della mosca, ma la siccità ha creato pure qualche problema. Le rese saranno un po’ più alte. La campagna dovrebbe partire i primi giorni di ottobre”. Sui prezzi, Scatolini dice: “Sono legati al surplus produttivo, ecco perché dicevo di fare attenzione a fare nuovi impianti. I prezzi di sicuro saliranno, la qualità sarà buona e ci sarà meno prodotto”.

La produzione di olio è ormai altamente tecnologica: “Ogni anno arriva qualche nuova innovazione grazie all’Università di Perugia. Adesso si parla delle temperature troppo alte a inizio raccolta, perciò sono stati inventati dei meccanismi di raffreddamento, i cosiddetti scambiatori di calore – che partono proprio dal frangitore, la macchina che rompe le olive. Alcuni frantoi ce l’hanno già”. Gli ultimi studi “hanno dimostrato che il nemico più importante per l’olio non è l’ossigeno, ma la luce. Le bottiglie scure pare non siano sufficienti a non far passare la luce, quindi la nuova tendenza è ad averle verniciate o di maiolica”.

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