Vendemmia nel Lazio: produzione ridotta del 10 per cento

Vigneti a Barbaresco in Piemonte in una foto d'archivio senza data, 22 Giugno 2014. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Il 2020, nel Lazio, ha visto un novembre con poche precipitazioni e temperature leggermente superiori alla media. A dicembre, però, sono tornate le piogge, così come nei primi mesi del 2021, in particolare a gennaio. A fine febbraio, nella maggior parte dei vigneti, la ricarica della riserva idrica è stata completa e ciò ha prodotto un’ottima ripresa vegetativa, che ha contrastato gli stress idrici precoci.

La notte tra il 7 e l’8 aprile 2021, una forte gelata ha provocato gravi danni in molte aree di media collina e pianura in provincia di Viterbo e di Rieti, in particolare su varietà dal germogliamento precoce che, in quelle giornate, avevano già ripreso a vegetare. Giugno e le prime due decadi di luglio sono stati torridi, non ci sono state piogge ma, fortunatamente, c’è stata un’ottima escursione termica, con differenze di almeno 15° tra giorno e notte. Fine luglio e tutto agosto sono stati siccitosi, con temperature anche di 42°.

La fenologia della vite, che fino all’invaiatura era in significativo ritardo rispetto al normale, si è andata normalizzando proprio all’arrivo della raccolta. I vigneti sono fisiologicamente in uno stato buono, sia per lo stress idrico, sia per quanto riguarda la salute dei grappoli, fatta eccezione per occasionali attacchi di oidio.

La vendemmia si sta svolgendo puntuale: nell’ultima decade di agosto per le basi spumante e bianchi internazionali, a seguire per i bianchi autoctoni e rossi internazionali (rispettivamente prima e seconda decade di settembre) per terminare con Montepulciano e Cesanese rispettivamente nella terza decade di settembre e inizio ottobre. Ci si aspetta una perfetta gradazione zuccherina e una qualità delle uve ottima, con punte di eccellenza per vitigni tradizionali come Malvasia del Lazio e Cesanese. La riduzione produttiva del 10 per cento sarà maggiormente accentuata nella Tuscia.

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