Vendemmia in Toscana: -25 per cento, va meglio per i rossi

Un inverno piovoso quello che ha avuto la Toscana, con quindi una buona risorsa idrica. Ad aprile, però, ci sono stati bruschi abbassamenti di temperatura, con gelate nei fondovalle e conseguenti problemi alle uve rosse, in primis al Sangiovese, per poi avere una crescita moderata nel debutto della stagione. Da maggio, quando è arrivato il caldo, la vite ha reagito sviluppando bei germogli e un’ottima fioritura; il clima è stato asciutto e ciò ha limitato le patologie da funghi. Tra fine luglio e inizio agosto ci sono stati i primi accenni di invaiatura, ma anche i primi segnali di stress idrico.

Dal 10 agosto le temperature sono salite decisamente, è mancata la pioggia e c’è stato quindi un inaridimento dei terreni con stress idrico e colpi di calore. Le coste, oltre tutto, hanno dovuto combattere anche con forti venti che hanno ulteriormente asciugato i terreni. In alcune denominazioni c’è la debole presenza della tignoletta in terza generazioni e arrivano segnalazioni dei primi danni da ungulati.

Come sarà dunque la vendemmia in Toscana? In alcune aree, ci saranno vitigni che porteranno a termine velocemente il processo di maturazione, ma altre matureranno più lentamente e quindi la vendemmia sarà posticipata. Gli scarsi rendimenti a ettaro, le temperature di inizio agosto e i possibili fenomeni di disidratazione sulle uve fanno pensare a una vendemmia di grande concentrazione, più vocata per la produzione di rossi rispetto a bianchi e rosati.

Rispetto alla vendemmia del 2020, avremo una perdita nella produzione di un buon 25 per cento.

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