Vino siciliano: vendemmia 2021 ottima per rossi e bianchi

La vendemmia in Sicilia sta dando i risultati attesi, ossia buoni. A inizio operazioni, gli esperti di Uva Sapiens, che hanno elaborato le stime per Assovini, dicevano: “Si prospetta veramente una grande annata per le uve bianche, e se il clima non fa brutti scherzi sarà una grandissima annata per i rossi. Finora è stata l’annata ideale, abbiamo avuto un inverno lungo, freddo e abbastanza piovoso, che ha permesso alle viti un ottimo riposo. Le miti temperature e le poche piogge primaverili hanno rinfrescato i suoli, permesso un buon accumulo idrico per le piante e non hanno causato problemi fitoiatrici”.

Il Consorzio della Doc Sicilia fa sapere che la vendemmia 2021 è più generosa di quella del 2020, con una raccolta superiore del 10-15 per cento. Filippo Paladino, vice presidente del Consorzio, precisa: “Per le maturazioni e la raccolta siamo in media con la scorsa stagione. Le prime uve a essere raccolte sono state quelle del Pinot grigio, poi lo Chardonnay, specialmente nella zona dell’altopiano, per proseguire con la collina. Dopo la prima decade d’agosto abbiamo raccolto il Moscato e il Sauvignon blanc e dopo la metà del mese siamo andato avanti con gli autoctoni: Grillo, Zibibbo, Insolia e Grecanico. Riguardo ai rossi la raccolta è cominciata verso la metà di agosto con gli internazionali Merlot e Syrah per poi proseguire con il Nero d’Avola, Perricone e Cabernet”.

I produttori siciliani sono contenti anche per l’andamento dei primi sei mesi dell’anno, con un incremento dell’8 per cento dell’imbottigliamento per un totale di più di 50o milioni di bottiglie prodotte. A questi dati bisogna aggiungere quelli dell’export con i bianchi siciliani che, nel primo quadrimestre dell’anno, hanno registrato addirittura un +45% di esportazioni rispetto al 2020, mentre i rossi si sono attestati sul +10 per cento. I numeri ufficiali dell’annata 2020 confermano una produzione di 4,46 milioni di ettolitri, in media con gli ultimi 5 anni ma con un -11,3% rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Grillo e Catarratto sono le varietà che nel 2020 hanno registrato performance produttive e qualitative migliori, con una produzione media di 110 quintali per ettaro, seguiti da Nero d’Avola e Nerello mascalese (70 gli/ha), Chardonnay e Merlot (50 gli/ha). “La vendemmia 2020 è stata qualitativamente molto importante, come si può riscontrare dall’eleganza, freschezza e struttura dei vini prodotti dai nostri associati in tutte le aree dell’ Isola” commenta il presidente di Assovini Sicilia, Laurent Bernard de la Gatinais.

C’è fermento intorno all’Etna Doc dopo le recenti modifiche al disciplinare. In questo mese di settembre si procederà al rinnovo del consiglio di amministrazione del Consorzio. “Nel 2020 sono state 4 milioni le bottiglie di Etna Doc, con una diminuzione solo dell’8% – spiega Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio –. La fiducia nei confronti del vino etneo non è quindi mai mancata: sempre lo scorso anno, infatti, è aumentato sia il numero dei viticoltori, saliti a 383, che quello degli imbottigliatori, giunto a 144 unità”. Nei primi se mesi del 2021 ci sono stati più imbottigliamento rispetto allo stesso periodo del 2020, si è tornati in linea con gli anni precedenti alla pandemia. Gli ettolitri imbottigliati di Etna Doc sono stati 18.693, +19 per cento. Siamo ai dati del primo semestre del 2019.

“Sono segnali molto incoraggianti, che certificano una inequivocabile ripartenza da parte del vino etneo – dice Antonio Benanti, presidente del Consorzio – La riapertura ormai pressoché totale del canale Horeca, che rappresenta il principale punto di riferimento per i vini Etna Doc, ha consentito di riprendere a pieno ritmo l’imbottigliamento di un po’ tutte le tipologie della nostra denominazione. L’export, inoltre, che per l’Etna Doc rappresenta in media il 60%, in particolare verso Paesi come gli Usa, sta dando segnali molto positivi”.

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