Frutti tropicali: sempre di più quelli coltivati in Italia

L’Italia, mai come adesso, scopre il frutto esotico. Nel nostro Paese, in meno di tre anni, queste coltivazioni si sono raddoppiate, superando i tremila ettari tra Puglia, Sicilia e Calabria. Merito (o colpa) dei cambiamenti climatici che hanno causato temperature bollenti. Lo scorso 31 luglio, in occasione dell’Avocado Day, i dati sono stati comunicati da Coldiretti.

Proprio l’avocado è tra i frutti tropicali più richiesti, alla base di molte ricette, apprezzato dai Millennial. Il caldo estremo ha permesso di coltivare in Italia anche coltivazioni provenienti da Asia e America Latina come banane, mango, lime, frutto della passione, anona, feijoa e casimiroa, zapote nero, litchi. Il consumo totale è stimato in più di 900 mila tonnellate a livello nazionale. Sono in particolare i giovani che scelgono queste nuove coltivazioni, spesso andando a recuperare e rivitalizzando terreni abbandonati a causa dei mutamenti climatici, prima destinati ad arance e limoni. Il 61 per cento dei nostri connazionali, intanto, fa sapere che acquisterebbe tropicali italiani se li avesse a disposizione al posto di quelli stranieri. Questo è emerso dal sondaggio Coldiretti-Ixé. Il 71 per cento sarebbe disposto a pagare di più per avere la garanzia che il frutto tropicale è nazionale.

Fa sapere Coldiretti: “Quello della frutta tropicale Made in Italy è un fenomeno destinato a modificare in maniera profonda i comportamenti di consumo nei prossimi anni, ma anche le scelte produttive delle stesse aziende agricole per gli effetti del surriscaldamento determinati dalle mutazioni del clima. Con una temperatura superiore di 2,18 gradi alla media storica l’estate 2021 si classifica fino ad ora dal punto di vista climatologico come la quarta più calda in Italia da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800, secondo l’elaborazione su dati Isac Cnr relativi al mese di giugno 2021. E non è un fatto isolato ma strutturale in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine – precisa la Coldiretti – anche il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003”.

“Il fenomeno della frutta esotica italiana, spinto dall’impegno di tanti giovani agricoltori, è un esempio della capacità di innovazione delle imprese agricole italiane nel settore ortofrutticolo che troppo spesso viene però ostacolata da un ritardo organizzativo e infrastrutturale” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di garantire “trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente ovunque in Italia e all’estero”.

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