Fai Cisl Basilicata: Giuseppe Romano è il nuovo segretario generale

Ha 58 anni, è di Brienza: Giuseppe Romano è il nuovo segretario generale della Fai Cisl della Basilicata. Lo ha eletto il Consiglio generale della federazione, riunitasi alla Casa Cava di Matera, con la partecipazione del segretario uscente Vincenzo Cavallo, un mese fa eletto numero uno della Cisl regionale, e del segretario generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota.

Il mandato, ha fatto sapere Romano, sarà nel segno della continuità, in linea con le proposte di Cgil, Cisl e Uil delle scorse settimane per il lavoro e lo sviluppo. Verrà data la precedenza al rafforzamento delle filiere agroalimentari, al contrasto del lavoro irregolare e al caporalato, alla tutela del territorio e alla sostenibilità.

“La Basilicata ha un grande potenziale inespresso e insieme alle istituzioni e alle parti sociali dobbiamo lavorare per far emergere queste potenzialità. L’obiettivo è cambiare il paradigma di sviluppo di questa regione puntando alla sostenibilità ambientale e all’inclusione sociale. Il nostro punto di riferimento è il Manifesto di Assisi per costruire una società più ricca ma anche più giusta e rispettosa delle nuove generazioni”, ha detto il nuovo segretario.

Romano, perito industriale e con una breve esperienza all’Enel, nel 1986 è stato assunto in Ferrero e lì ha aderito alla Fat, entrando nel consiglio della fabbrica. Dal 1989 fa parte del coordinamento nazionale del gruppo Ferrero, è tra i protagonisti dei primi accordi sulle flessibilità nello stabilimento di Balvano che porteranno Ferrero a raddoppiare la propria presenza in Basilicana negli anni ’90. Nella fabbrica lucana è stato anche Rsu e Rls. Nel 2011, con la fusione tra Fisba e Fat, che ha creato la Fai Cisl, è entrato nella nuova federazione. Dal 2008 è nella segreteria regionale, con delega a industria alimentare e formazione. Giuseppe Romano è tra i fondatori dell’associazione di apicoltori lucani e dell’associazione dei produttori e raccoglitori di frutti del sottobosco.

Nella segreteria regionale sono stati rieletti Carmela De Luca e Alberto Dolce.

Nonostante la pandemia abbia avuto impatto sulle attività di prima lavorazione e sulle secondarie dell’agroalimentare, in Lucania il colpo è stato assorbito bene. Nel 2020 le esportazioni di prodotti alimentari sono salite del 25 per cento, confermando il buon andamento degli ultimi anni. Nel 2020, dopo la frenata del 2019, hanno ripreso a correre le esportazioni di prodotti agricoli (+3,3 per cento). Il valore dell’export dell’industria alimentare italiana ha superato i 40o miliardi di euro nel 2020, con un aumento di 744 milioni rispetto al 2019 (+1,9 per cento).

“La Basilicata – ha ribadito il segretario generale della Cisl regionale, Vincenzo Cavallo – può giocare un ruolo di primo piano se consideriamo che il settore alimentare è la seconda industria della regione con circa il 15% del valore aggiunto prodotto e oltre 3.500 occupati, e che durante la pandemia il settore ha evidenziato una notevole capacità di resilienza contribuendo in modo determinante alla tenuta del sistema economico e sociale della regione. Tuttavia, per reggere la sempre più agguerrita competizione sui mercati globali occorre intervenire su tre fronti: investire sulla creazione di filiere territoriali dalla materia prima alla trasformazione, sostenere l’internazionalizzazione delle imprese contrastando la pirateria industriale, valorizzare il capitale umano attraverso la formazione continua”.

Onofrio Rota, a conclusione dell’incontro, ha ricordato alcune battaglie storiche della federazione: contro il caporalato, che ha portato alla sigla di un nuovo protocollo dieci giorni fa con i ministri del Lavoro e dell’Agricoltura; per la condizionalità sociale nella riforma della Pac, che per la prima volta dal 1962 ha riconosciuto il rispetto dei lavoratori e l’applicazione dei contratti da parte delle imprese agricole tra i criteri determinanti per il ricevimento dei fondi comunitari.

“Il Pnrr – ha ricordato inoltre Rota – rappresenta una grande opportunità per il Paese per modernizzare veramente le nostre infrastrutture e compiere la transizione ecologica. In quel Piano, anche grazie al pressing del sindacato, ci sono 5,27 miliardi destinati all’agricoltura sostenibile e all’economia circolare, e altri 15,06 miliardi per la tutela del territorio e della risorsa idrica. La sfida attuale è dunque per noi fare in modo che la ripartenza ci sia veramente e sia equa, partecipata, legata all’economia reale, alle categorie dell’agroalimentare e dell’ambiente, a politiche ambientali coerenti, che non impattino negativamente su occupazione, qualità del lavoro, coesione sociale”.

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