Consorzio del Soave: Gini riconfermato presidente

Sandro Gini è stato confermato presidente del Consorzio di tutela del Soave. Il suo mandato scadrà nel 2023. Gini, 62 anni, è enologo, titolare dell’azienda agricola Gini Sandro e Claudio di Monteforte. È stato votato all’unanimità dal nuovo Consiglio, eletto nello scorso mese di giugno., e di cui fanno parte Cristian Ridolfi, Claudio Tamellini, Emanuele Vicentini, Fernando Viviani, Giovanni Verzini, Gaetano Tobin, Giovanni Nordera, Laura Rizzotto, Massimino Stizzoli, Massimo Meneghello Canoso, Matteo Inama, Paolo Fiorini, Roberto Soriolo e Wolfgang Raifer.

Due i vicepresidenti che affiancheranno Gini, Massimino Stizzoli e Matteo Inama. Il collegio sindacale sarà guidato da Mauro Pernigotto, con il supporto di Paolo Domenico Chignola e Alberto Bellieni.

“Comincio questo nuovo mandato con la consapevolezza che il mondo è profondamente cambiato e che c’è bisogno di azioni responsabili, mirati ed efficaci nei confronti dei soci della denominazione”. Gini auspica ci sia unione d’intenti tra i soci stessi e poi parla del programma del suo mandato. Aumento del valore dell’imbottigliato della denominazione, maggiore attenzione all’ambiente e alle pratiche sostenibili, dialogo con le istituzioni. “Si tratta di obiettivi ambiziosi, che richiedono l’impegno e la passione di ogni singolo produttore”.

Il lavoro sarà incentrato su un rinnovamento della denominazione, a partire dalle unità geografiche e dalla vigne. Attenzione particolare alla regolamentazione, dal punto di vista normativo e in riferimento alla sostenibilità ambientale. Va sottolineato che il numero delle aziende bio del Soave è in aumento (+4 per cento nella doc, +10 per cento nel classico) e sono varie le realtà che hanno iniziato il processo di conversione. L’intero comprensorio, dopo l’introduzione del protocollo vitivinicolo approvato nel 2020 e che segue le indicazioni sulla lotta integrata della Regione, sta perseguendo l’ottica green.

Nel programma c’è poi la preservazione del paesaggio del Soave. Il riconoscimento da parte della Fao ha portato una spinta verso la tutela degli elementi caratteristici, come pergola veronese o i muretti a secco. Nel prossimo mandato, il Consorzio dovrà favorire lo sviluppo dell’enoturismo, lavorando in collaborazione con i Comuni.

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