Consorzio Prosciutto di Parma: Utini è il nuovo presidente

Alessandro Utini è il nuovo presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma, che raggruppa 140 aziende produttrici del Prosciutto di Parma. Si tratta di un ritorno visto che Utini aveva ricoperto già questa carica dal 2004 al 2005. Era stato anche vice presidente e per oltre 20 anni consigliere. Utini è a capo del Gruppo Furlotti, che comprende le società Furlotti Prosciutti Srl e Salumificio Furlotti & C. S.r.l., aziende di famiglia di produzione del Prosciutto di Parma e di altri salumi. È anche socio e amministratore del Prosciuttificio Tre Stelle S.rl. E di Fratelli Tanzi S.p.A., azienda specializzata in preparazione a affettamento di prodotti della salumeria.

Il papà di Alessandro Utini è stato tra i pionieri della produzione del Prosciutto di Parma. Lui ha saputo poi trasformare le aziende in una realtà imprenditoriale tecnologicamente all’avanguardia, accrescendone le dimensioni e imponendosi sul mercato con la diversificazione dell’offerta produttiva.

Il neo presidente guiderà un settore che vale 1,5 miliardi di euro e una filiera produttiva con 3.600 allevamenti suinicoli, 77 macelli, 3 mila addetti alla lavorazione nella provincia di Parma, un totale di 50 mila persone che lavorano nel circuito tutelato. Ad affiancarlo, in qualità di vice presidente vicario ci sarà Federico Galloni, di vice presidente Giorgio Tanara.

L’assemblea dei consorziati ha eletto anche gli altri componenti del nuovo Consiglio di amministrazione: Stefano Borchini, Lorenzo Boschi, Tito Brindani, Giorgia Capanna, Marco Ferrari, Pier Arnaldo Fontana, Alcide Gallina, Nicola Levoni, Marco Martelli, Francesco Piazza, Gian Marco Rossi, Paolo Sassi, Gianluca Tanara, Paolo Vescovi, Mattia Zambroni, nonché Antenore Cervi in rappresentanza degli allevatori, Giuseppe Varazzani in rappresentanza dei macellatori e Fabrizio Aschieri per i confezionatori – e ha provveduto a nominare Enrico Calestani presidente del Collegio sindacale e Matteo Chiari e Paolo Ugolotti membri effettivi dello stesso Collegio.

Il nuovo CdA si ritrova a fronteggiare una situazione di mercato segnata ancora dalla pandemia e dalla chiusura prolungata della ristorazione, ma si vedono i primi timidi segnali di ripresa della domanda. “La nostra responsabilità oggi è quella di delineare il Prosciutto di Parma di domani individuando delle azioni concrete e attuali per mantenere competitivo il prodotto sul mercato – dichiara Alessandro Utini, commentando il particolare contesto storico ed esponendo i punti chiave del suo mandato per i prossimi anni – Sarà posta massima attenzione alla qualità e agli elementi distintivi del Prosciutto di Parma attraverso due progetti determinanti per il nostro comparto: la revisione del Disciplinare di produzione e la programmazione dell’offerta produttiva”.

“Il Disciplinare produttivo, attualmente in fase di valutazione da parte della Commissione europea, prevede modifiche sostanziali che riguardano tutti gli anelli della produzione, dalle caratteristiche della materia prima fino al prodotto finito e hanno lo scopo di migliorare la qualità del Prosciutto di Parma e di rafforzare la sua identità per distinguerlo dai concorrenti: forte attenzione alla materia prima, alla genetica e all’alimentazione dei suini, riduzione del sale, prolungamento del periodo di stagionatura minima e apertura a nuove tecnologie e innovazioni capaci di migliorare ulteriormente il sistema di tracciabilità del prodotto”.

“Altro tema su cui il Consiglio dovrà concentrare i lavori è la regolazione dell’offerta produttiva per assicurare una programmazione coerente e mirata all’equilibrio di mercato in grado di garantire una maggiore stabilità al comparto, tutelare la qualità del prodotto e portare beneficio a tutti gli anelli della filiera. Per impostare il nuovo piano di sviluppo, abbiamo commissionato uno studio di mercato in grado di offrirci una fotografia a tutto tondo del nostro prodotto con due filoni di indagine: il primo condotto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza coinvolge i buyer della GDO e indaga le prospettive di crescita in questo settore; Eumetra cura il secondo che è rivolto invece ai consumatori e alle salumerie tradizionali e fornisce un’indagine competitiva con gli altri salumi, esamina le nuove tendenze, studia i comportamenti di acquisto, la percezione del Parma e le aspettative del consumatore”.

“Dall’analisi dei risultati prenderanno forma le attività di marketing e di mercato con una seria discussione anche sulla segmentazione del prodotto, un’evoluzione naturale per qualsiasi tipologia di prodotto e già applicata in diversi casi autonomamente dalle nostre aziende” commenta Utini.

Il neo presidente ha poi parlato di sostenibilità e di come questi principi siano parte integrante della vita delle persone e delle attività delle imprese, incidendo sulle scelte di acquisto del consumatore. Adottanto il Green Deal e la relativa strategia Farm to Fork, la sostenibilità diventa ufficialmente il tema centrale delle politiche europee dei prossimi dieci anni.

“In questo contesto sarà importate definire il ruolo e la tipologia di interventi del Consorzio per allineare il Prosciutto di Parma a queste nuove sfide legate alla sostenibilità e alla transizione ecologica. Molte imprese del comparto hanno intrapreso da tempo un iter virtuoso dotandosi di un sistema di gestione ambientale per pianificare una politica in grado di promuovere miglioramenti continui nelle prestazioni della propria organizzazione con importanti investimenti per l’efficientamento energetico, l’utilizzo di fonti rinnovabili, la riduzione delle emissioni e un packaging sostenibile, ma il Green Deal richiede un cambiamento più profondo, il cui processo è già iniziato ed è ineludibile per chi vuole restare sul mercato”.

“Come comparto – conclude Utini – abbiamo fatto molta strada. Il Prosciutto di Parma è un prodotto di eccellenza apprezzato in tutto il mondo e questo lo dobbiamo anche al coraggio di aver fatto determinate scelte in passato, spesso impopolari. Abbiamo ritrovato e consolidato la credibilità del nostro sistema di controllo rendendolo più efficace e trasparente e stiamo portando avanti sostanziali modifiche al Disciplinare che miglioreranno sensibilmente il nostro prodotto. Oggi siamo di fronte a sfide molto più complesse che richiedono delle risposte ancora più coraggiose e tempestive se vogliamo continuare a essere protagonisti e garantire un futuro sostenibile al nostro prodotto e alle nostre imprese”.

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