Opere pubbliche: scadenza 2026, l’Umbria rischia per quelle più costose

I prossimi cinque anni, per l’Umbria e per l’Italia, si preannunciano impegnativi per la realizzazione di numerose opere infrastrutturali, finanziate per lo più dai fondi del Next Generation EU, quindi sottoposte a numerosi vincoli, come quelli temporali. Le opere dovranno essere terminate entro il 2026, i tempi si potranno allungare solo per quelle finanziate con i 30 miliardi del fondo di accompagnamento.

La maggior parte dei fondi previsti dal Pnrr saranno spesi per edifici pubblici, costruzioni, opere viarie, impianti e interventi sul territorio, fa sapere l’Aur. In Umbria, circa il 70 per cento dei tre miliardi previsti sarà utilizzato per opere pubbliche. Non dimentichiamo che l’Umbria è agli ultimi posti nell’attuazione dei Por 2014 – 2020 Fesr e Fse, con un avanzamento rispetto al totale di risorse programmate pari al 49 per cento per impegni e al 35 per cento per i pagamenti (al Centro-Nord si arriva in media all’81 per cento e al 52 per cento).

Negli ultimi tre anni, in Umbria, è stato gestito mediamente un ammontare annuo di 710 milioni per le opere pubbliche, attraverso 2.600 procedure di gara dedicate. Più di tre gare su cinque si riferiscono a importi che non vanno oltre i 50 mila euro, nove su dieci sotto il mezzo milione di euro. Il 60 per cento delle opere complessive viene dunque assorbito da solo il 5 per cento delle gare. Ci vogliono mediamente quattro anni e due mesi per la realizzazione di un’infrastruttura in Umbria. Si va dai due anni e sette mesi per le opere con valore unitario inferiore ai 100 mila euro fino ai 14 anni per progetti tra 20 e 50 milioni di euro. Per i progetti piccoli, l’Umbria è grosso modo sulla media italiana, ma quando si va oltre i 500 mila euro i risultati sono peggiori.

Schematicamente, un’opera pubblica consta di tre fasi: progettazione, affidamento ed esecuzione dei lavori. Le attività per l’inizio dei lavori veri e propri, in Umbria, occupano metà dei tempi necessari alla realizzazione dell’opera; mediamente, coprono i due terzi della durata dell’intero percorso, andando anche oltre i tre quarti per le opere più piccole. Per gli importi più significativi, è la fase esecutiva a impegnare più tempo.

In Umbria, la soglia al di sopra della quale i tempi di realizzazione diventano predominanti si abbassa a dieci milioni. La fase di progettazione va da 1,5 a 7,7 anni, quella di aggiudicazione tra 6 e 20 mesi circa, la realizzazione da sette mesi e a sette anni.

Da tenere presenti poi i tempi di attraversamento, ossia gli intervalli tra la fine di una fase e l’inizio di un’altra. Si può arrivare addirittura al raddoppio della durata effettiva delle operazioni propedeutiche all’affidamento. Ad allungare i tempi contribuiscono il precontenzioso negli appalti, l’elevato di rischio di fallimento nel settore delle costruzioni. Dover costruire in tempi brevi diventa quindi un problema.

Analizzando il tempo netto per la realizzazione di un’opera – dunque eliminando le durate delle fasi rispetto al differente mix di interventi – l’Umbria è in posizione media (4,2 – 4,3 contro il 4,4 nazionale). L’Umbria è la regione più veloce nella progettazione, scende tra le posizioni di coda per la realizzazione delle opere, è terzultima per l’affidamento dei lavori.

L’Europa chiede, per l’elargizione dei fondi, che non solo siano completati i lavori, ma che siano avvenute anche le procedure di rendicontazione delle spese. Mediamente passa un anno tra la fine dei lavori e la chiusura finanziaria dell’opera. In Umbria, si parte da dieci mesi per gli interventi minori e si arriva a due anni e sette mesi per i grandi importi. Sommando gli oltre quattro anni per l’attuazione dell’opera pubblica, includendo la chiusura delle procedure di spesa si va oltre i cinque anni. L’Umbria, senza correttivi nell’applicazione del Pnrr, dovrebbe dunque rinunciare a interventi che vanno oltre i 500 mila euro perché si rischierebbe di andare oltre il 2026. Per le opere sopra al milione di euro, poi, ci vorrebbero tre anni e mezzi solo per progettazione e affidamenti dei lavori, 2 anni e 9 mesi per realizzarli e 14 mesi per completare il rendiconto finanziario.

Il Decreto 77 Semplificazioni prova a interventi proprio sullo snellimento delle procedure di realizzazione delle opere per accelerare i tempi. Si va dalla definizione di meccanismi di governance, attraverso una cabina di regia centralizzata per il coordinamento e il controllo, e di superamento delle controversie tra livelli amministrativi (artt. 1-16), alle disposizioni di semplificazione nell’affidamento ed esecuzione dei contratti pubblici, che comprendono l’innalzamento delle soglie per l’affidamento diretto, l’estensione dell’applicabilità dell’appalto integrato, l’introduzione di premi di accelerazione per l’esecuzione anticipata dei lavori e la revisione delle penali (artt. 48, 50 e 53), alla modifica della disciplina del subappalto (art. 49).

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