La Conferenza regionale dell’economia e del lavoro ha rpeso il via. Primi interventi. Alessandro Campi: “(Ri)pensare l’Umbria dopo la pandemia: vecchi problemi, nuove opportunità”

Gli interventi hanno iniziato ad affrontare il problema del lavoro ed dell’economia regionale. La Crel, dedicata a “Umbria – Economia e sociale alla prova della pandemia. Idee e proposte per il futuro”, è iniziata a Palazzo Cesaroni (Perugia) con i saluti del presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Marco Squarta. Nella sessione mattutina si sono svolte le relazioni di Miriam Sartini (Responsabile Filiale di Perugia Banca d’Italia) sul tema “L’economia dell’Umbria all’epoca della pandemia. Nodi strutturali e andamento congiunturale”; di Alessandro Valentini (Dirigente regionale Istat) su “Informazioni statistiche sull’emergenza sanitaria e la ripresa dell’Umbria: struttura delle imprese e resilienza alla crisi”; di Alessandro Campi (Commissario straordinario Aur) su “(Ri)pensare l’Umbria dopo la pandemia: vecchi problemi, nuove opportunità”.

Nel suo intervento il presidente SQUARTA ha sottolineato che “insieme a tutte le forze politiche di questa Assemblea legislativa abbiamo deciso di
dare luogo a questa importante conferenza regionale dell’economia e del lavoro ad un solo anno e mezzo dal nostro insediamento. Siamo convinti possa rappresentare un PUNTO IMPORTANTE DI PARTENZA PER PORRE LE BASI PER LA RINASCITA della nostra regione, per dare una prospettiva. La situazione economica e sociale è drammatica. Riuscire ad ottenere i fondi europei non sarà facile. Il Pnrr punta sull’informatizzazione e sulla sostenibilità e quello predisposto dalla Giunta prevede oltre 3 miliardi di euro per l’Umbria tra il 2021 e il 2026. Una quantità di denaro pubblico mai vista. Per accelerare la ripresa servono progetti di crescita duratura, sostenibile e non di sopravvivenza, investendo nell’innovazione. La transizione DIGITALE significa ripensare le aziende riorganizzando i business mediante processi agili guidati dalla soddisfazione del cliente. In Umbria con la pandemia quasi la metà delle imprese ha perduto oltre la metà del
fatturato. La crescita passa attraverso un percorso SOSTENIBILE e gli incentivi del Pnrr sono un segnale forte e un’opportunità da non perdere.
L’obiettivo è ambizioso, ma non irraggiungibile. Rinunciare ad innovare le aziende in sostenibilità e digitale significa perdere quote di mercato.
Soltanto le MISURE DI SOSTEGNO hanno mitigato il calo dei redditi che ha colpito 1/3 dei nuclei familiari. Servono le RIFORME da tempo attese – su tutte giustizia e burocrazia – con la digitalizzazione e la formazione delle persone. Il blocco dei licenziamenti e le moratorie sono altre due incognite che pesano sul futuro, e non vanno sottovalutati gli aspetti demografici. Un ambiente economico sano e capace di incentivare lo sviluppo delle attività economiche è la miglior garanzia per il futuro. Per questo la TRASPARENZA e i controlli devono premiare la competenza e l’onestà. La dignità di chi lavora si rispetta non con le casse integrazioni a perdere quanto nell’accompagnamento attivo a una nuova occupazione.

Miriam SARTINI (Responsabile Filiale di Perugia Banca d’Italia):“L’economia dell’Umbria all’epoca della pandemia. Nodi strutturali e andamento congiunturale” – “Siamo di fronte a un’occasione unica e decisiva per far ripartire il Paese e i suoi territori, una sfida straordinaria, ma la rotta è stata tracciata con chiarezza. L’Umbria dovrà valorizzare i suoi punti di forza, le eccellenze e affrontare le sue debolezze. Solo con l’unità di intenti fra istituzioni, operatori economici, parti sociali e cittadini si potrà imboccare la strada per il futuro. Si registra anche una ridotta internazionalizzazione: dal
2009 al 2019 è cresciuta del 40 per cento in termini reali, risultato migliore perfino del livello nazionale, ma a esportare sono solo poche
imprese, che lo fanno molto bene. L’Umbria è da troppo tempo immersa in una crisi che è stata accentuata dalla pandemia.

Alessandro VALENTINI (Dirigente regionale Istat) “Informazioni statistiche sull’emergenza sanitaria e la ripresa dell’Umbria: struttura delle
imprese e resilienza alla crisi” – “L’analisi svolta dall’Istat ha riguardato i dati relativi alle imprese con 3 e più addetti dell’industria e dei servizi ed ha preso in considerazione la struttura imprenditoriale dell’Umbria prima della pandemia e la prospettiva delle imprese umbre dopo l’emergenza sanitaria. Il sistema produttivo dell’Umbria ha affrontato la pandemia da una situazione di debolezza, che riguarda la sostenibilità dei costi e lo scarso
impiego di risorse. La pandemia ha impattato su tutti i territori, ma in maniera minore laddove c’era maggiore predisposizione verso
internazionalizzazione e hi tech. In Umbria ci sono comunque elementi di positività importanti come l’attenzione alla transazione digitale, alla
responsabilità sociale e alla sostenibilità ambientale.

Alessandro CAMPI (Commissario straordinario Aur) “(Ri)pensare l’Umbria dopo la pandemia: vecchi problemi, nuove opportunità” – “Bisogna
contrastare il trend demografico negativo, attrarre i giovani, rilanciare i sistemi urbani e rafforzare il ruolo dell’Umbria nel blocco territoriale
dell’Italia centrale. Con coraggio e spirito innovativo vanno affrontare queste quattro questioni, per rendere l’Umbria un luogo attrattivo, non
solo turisticamente, ma per chi vuole, lavorare, studiare, fare impresa, essere protagonista di dinamismo sociale. L’andamento negativo per
l’economia umbra parte del 2008. Il Pil dell’Umbria, alla fine del prime semestre 2021, raggiungerà il livello più basso degli ultimi 25 anni.
Grave, ma in linea con la riduzione del Pil nazionale. L’emergenza si è sommata ai ritardi strutturali e di lungo periodo.
Servizi e terziario (soprattutto legato al turismo e al commercio) hanno patito in modo particolare la crisi sanitaria. Difficile immaginare i modelli
economici e produttivi del passato, anche guardando al ruolo condizionante della tecnologia in ogni ambito. C’è stata una spinta crescente a digitalizzare il commercio e il lavoro. È stata introdotta forzatamente la didattica a distanza. La crisi ha impattato su trasporti e logistica. Ha imposto nuove forme di aggregazione pubbliche. Ha fatto esplodere la sensibilità collettiva verso il cambiamento climatico e la sostenibilità ambientale. Bisogna capire in che modo l’Umbria può inserirsi nelle prospettive di ripresa, tenendo conto delle potenziali e dei limiti. L’Umbria ha presentato un suo documento relativo al Pnrr. Non è chiaro quale sarà il ruolo che verrà assegnato alle Regioni nell’attuazione del piano. Per l’Umbria si tratta di una occasione unica quanto impegnativa. Bisogna rispettare i tempi imposti dall’Europa, ma anche sfruttare le misure del Next generation per capire quali siano i reali nodi strutturali della regione. E quali i fattori di forza su cui puntare. Avrà un peso decisivo,
nell’ambito del Pnrr nazionale, la questione dei tempi di completamento delle opere pubbliche: in Umbria tra l’inizio e la fine della realizzazione
di una infrastruttura passano circa 4 anni, in linea con la media nazionale. Ma ad essi vanno sommati i tempi per la rendicontazione e questo potrebbe portare allo sforamento dei tempi previsti dall’Europa. Per costruire l’Umbria del domani vanno affrontati alcuni nodi strutturali, che vanno oltre gli indicatori economici di cui si è già parlato, ma che riguardano la configurazione socio-territoriale. Sono quattro le questioni
prioritarie da affrontare.

Questione DEMOGRAFICA (l’emergenza più grave): dal 2013 si registra una decrescita costante della popolazione, non compensata dalla popolazione
immigrata.

Questione GIOVANILE: Invecchiamento della popolazione e fuga dei giovani verso gli Atenei di altre regioni. C’è il desiderio di fare esperienza lontano dal luogo di nascita, ma la scelta dipende anche dal convincimento che le lauree, soprattutto quelle più qualificate, non potrebbero essere utilizzate in Umbria. In questo modo si perde prezioso capitale umano. Solo un territorio ad alta circolazione di idee e cultura può essere attrattivo per le imprese. Giovani, competenza, innovazione e crescita rappresentano fattori di uno stesso circolo virtuoso. L’Università è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale per rendere più attrattivo il nostro sistema di formazione e ricerca. Bisogna far arrivare giovani in Umbria, formarli e favorirne l’inserimento nel mercato del lavoro regionale.

Questione URBANA: La pandemia ha generato un effetto illusorio e pericoloso, ossia che rispetto alle paure e ai rischi del contagio occorra incentivare la dispersione territoriale. L’Umbria sembrerebbe in questo senso avvantaggiata. Questa idea è però la pessima declinazione di una vecchia idea di Regione policentrica, ma priva di un centro direttivo. Una visione che va bene per la promozione turistica, ma che non coglie l’esigenza di riconfigurare strategicamente gli spazi urbani dell’Umbria e con essi le reti di servizi, sanitari e di trasporto.

Questione TERRITORIALE: l’Italia centrale deve affrontare una sfida geopolitica. Negli ultimi anni l’area centrale dell’Italia ha subito una crisi demografica, culturale ed economica. Il processo di meridionalizzazione dell’Umbria rientra in un quadro recessivo che riguarda anche la Capitale
nazionale. L’Italia centrale deve fare blocco per tornare a contare. Regioni e territori devono collaborare. Positivo il recente insediamento di
un tavolo tecnico e politico tra i Presidenti di Toscana, Marche, Abruzzo e Umbria per rilanciare strategicamente l’Italia dei due mari, che vale il
23,5 percento del Pil nazionale”.

Al termine delle relazioni della sessione antimeridiana, la vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Paola FIORONI, ha rilevato come, dagli interventi, siano emersi “molteplici stimoli e riflessioni per tracciare scenari più macroscopici e peculiari dell’Umbria. Sono state sottolineate – ha detto – le debolezze strutturali del nostro territorio, così come le problematiche più contingenti che siamo chiamati ad affrontare in virtù dell’emergenza
pandemica. Sono stati ipotizzati percorsi di resilienza e di vera e propria ripresa dell’Umbria”.

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